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Tentato sequestro di un peschereccio italiano: l’equipaggio si ribella, è caos

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Un peschereccio italiano è stato sequestrato intorno alle 3.30 a circa 30 miglia dalla costa libica da una motovedetta di miliziani di Tripoli. La notizia è stata data da Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto per la pesca Cosvap. Dopo ore di incertezza sul destino dell’imbarcazione, pare che il peschereccio sarebbe in fuga verso Lampedusa scortato da una nave della Marina. Secondo notizie apprese via radio, uno o due libici sarebbero saliti a bordo del motopesca per una perquisizione ma l’equipaggio si sarebbe ribellato rinchiudendoli nella stiva. «L’equipaggio - fa sapere Giovanni Tumbiolo - è riuscito a immobilizzare e chiudere in una cabina gli uomini armati saliti a bordo. Non si sa se due, o forse uno». Il comandante dell’imbarcazione, Alberto Figuccia, a tutto gas, ha invertito la rotta dirigendosi verso nord, in direzione delle coste siciliane, sfuggendo così al rimorchiatore, molto più lento, con a bordo altri uomini armati che avevano condotto l’assalto. «Sono stato informato che stanno scappando - aggiunge Tumbiolo - Bisogna capire lo stato d’animo di questi pescatori, terrorizzati. C’è molta paura. È comprensibile qualsiasi comportamento dei nostri pescatori. È forte la paura di cadere in mare a gente senza scrupoli».


L’allarme dato da un altro peschereccio

Il motopesca «Airone», di Mazara del Vallo (Trapani) si trovava al largo della costa di Misurata quando è stato dirottato. Sette i marinai a bordo, di cui 3 siciliani e 4 tunisini. A dare l’allarme via radio alla Guardia costiera è stato l’equipaggio di un altro peschereccio siciliano che si trovava nella stessa zona. Dai tracciati era emerso che l’apparecchiatura della nave è stata staccata. In un primo momento il timore era che la nave fosse dirottata verso Bengasi, Misurata o Sirte.Esplora il significato del termine: Un peschereccio italiano è stato sequestrato intorno alle 3.30 a circa 30 miglia dalla costa libica da una motovedetta di miliziani di Tripoli. La notizia è stata data da Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto per la pesca Cosvap. Dopo ore di incertezza sul destino dell’imbarcazione, pare che il peschereccio sarebbe in fuga verso Lampedusa scortato da una nave della Marina. Secondo notizie apprese via radio, uno o due libici sarebbero saliti a bordo del motopesca per una perquisizione ma l’equipaggio si sarebbe ribellato rinchiudendoli nella stiva. «L’equipaggio - fa sapere Giovanni Tumbiolo - è riuscito a immobilizzare e chiudere in una cabina gli uomini armati saliti a bordo. Non si sa se due, o forse uno». Il comandante dell’imbarcazione, Alberto Figuccia, a tutto gas, ha invertito la rotta dirigendosi verso nord, in direzione delle coste siciliane, sfuggendo così al rimorchiatore, molto più lento, con a bordo altri uomini armati che avevano condotto l’assalto. «Sono stato informato che stanno scappando - aggiunge Tumbiolo - Bisogna capire lo stato d’animo di questi pescatori, terrorizzati. C’è molta paura. È comprensibile qualsiasi comportamento dei nostri pescatori. È forte la paura di cadere in mare a gente senza scrupoli».


L’allarme dato da un altro peschereccio

Il motopesca «Airone», di Mazara del Vallo (Trapani) si trovava al largo della costa di Misurata quando è stato dirottato. Sette i marinai a bordo, di cui 3 siciliani e 4 tunisini. A dare l’allarme via radio alla Guardia costiera è stato l’equipaggio di un altro peschereccio siciliano che si trovava nella stessa zona. Dai tracciati era emerso che l’apparecchiatura della nave è stata staccata. In un primo momento il timore era che la nave fosse dirottata verso Bengasi, Misurata o Sirte.


«Massimo stato di allerta»

Dice Giovanni Tumbiolo, commentando il sequestro. «Ho subito contattato il ministro libico dell’Agricoltura e della Pesca - aggiunge Tumbiolo - per chiedere un gesto di amicizia, alla luce dei rapporti di cooperazione esistenti tra Italia e Libia che non si sono mai interrotti». «Lo stato di allerta - osserva ancora Tumbiolo - è massimo da quando l’ambasciata italiana è stata chiusa. Siamo preoccupati ma al contempo fiduciosi poiché il popolo libico è stato sempre vicino ai siciliani». Il peschereccio è della Maran snc. (Corriere)

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