Le visite dei pontefici
I sindaci di Spoleto e Foligno aprono, seppur con le dovute cautele, al documento del Cal (Consiglio delle autonomie locali) che prospetta il trasferimento di 22 Comuni dalla Provincia di Perugia a quella di Terni. Sul piatto, però, non c'è solo la sopravvivenza dell'ente guidato da Feliciano Polli, ma il futuro dell'Umbria e dei suoi 900 mila cittadini. E per questo intorno al riordino dovrà prendere il via una fase costituente capace di disegnare gli assetti istituzionali e territoriali di domani. Agli Stati generali c'erano tutti, dai primi cittadini dei piccoli Comuni fino alla presidente Catiuscia Marini, assenti «ingiustificati», invece, i parlamentari umbri, unica eccezione la senatrice Ada Urbani, stretti da mesi in «un silenzio assordante».
Due Province per evitare l'anomalia La premessa resta la stessa: l'Umbria ha bisogno di due ambiti, una sola Provincia per di più coincidente con la Regione sarebbe «un'anomalia». Di questo, lunedì all'auditorium San Domenico di Foligno, si sono detti tutti convinti. In ballo, però, c'è molto di più. L'abolizione della Provincia di Terni rende incerti i contorni degli uffici periferici dello Stato, Prefettura e Camere di commercio in testa la cui sopravvivenza è tutt'altro che scontata. Non solo. Sul piatto, poi, ci sono anche tutta la serie di funzioni e competenze finora in mano agli enti provinciali che il governo Monti vorrebbe ridistribuire tra Comuni e Regioni. Su questo punto in particolare, la Corte costituzionale il prossimo 6 novembre dovrà pronunciarsi sui sei ricorsi presentati da altrettanti Regioni.
La pronuncia della Consulta Una data che molti, a cominciare dalla presidente Marini, vorrebbero attendere prima di esprimersi definitivamente sul futuro assetto territoriale e istituzionale. «Se il 24 ottobre – ha spiegato la presidente – forniamo un parere e il 6 novembre la Consulta accoglie i ricorsi, faremo ridere tutti gli italiani». L'intenzione, insomma, sarebbe quella di guadagnare un paio di settimane, ossigeno puro di fronte alle scadenze da cardiopalma dettate dal decreto applicativo. Anche perché per molti il riordino delle Province è un'occasione da cogliere al volo per «evitare che l'Umbria rimanga schiacciata tra Regioni più grandi».
Marini:«Apriamo fase Costituente» Da qui, la spinta della presidente Marini ad aprire «una fase Costituente, perché nessuno di noi ha la forza politica o l'autorevolezza per trasferire da una parte all'altra intere fette di territorio, l'Umbria è in transizione e noi abbiamo bisogno di un tempo congruo per costruire un documento che riassuma temi che vanno ben al di là di una o due Province, coinvolgendo funzioni amministrative, istituzionali, economiche e dobbiamo farlo insieme responsabilmente, senza consegnare alle tifoserie un dibattito strategico».
Spoleto e Foligno: caute aperture Ed è forse consapevoli del monito che i primi cittadini di Spoleto e Foligno, Daniele Benedetti e Nando Mismetti, con le dovute cautele hanno aperto al documento presentato da Di Girolamo, sindaco di Terni e presidente del Cal, con il quale si prospetta il trasferimento di 22 Comuni sotto la provincia di Terni. «Il disegno dell'Umbria – ha spiegato Mismetti – non può coinvolgere solo lo Spoletino, il Folignate e la Valnerina ma deve abbracciare l'intera regione e un'idea è indubbiamente quella presentata da Di Girolamo». Più diretto il sindaco Daniele Benedetti che, prima di prendere la parola, non ha mancato di dare un buffetto alla nuca di Mismetti suscitando, alla luce del fresco strappo consumatosi con la presidenza Vus, più di un brusio in sala: «Voglio subito precisare – ha comunque annunciato il sindaco – che non ho problemi a passare sotto la Provincia di Terni, ma credo che in questa fase sia d'obbligo chiedere ai cittadini quale sia l'assetto migliore».
Ecco i 22 Comuni da trasferire «Il territorio – si legge nella proposta del Cal – della futura circoscrizione provinciale di Terni, che potrebbe assumere anche una diversa denominazione, ricomprende i seguenti Comuni: Bevagna, Campello sul Clitunno, Cascia, Castel Ritaldi, Cerreto di Spoleto, Foligno, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo, Montefalco, Monteleone, Nocera Umbra, Norcia, Poggiodomo, Preci, Sant'Anatolia di Narco, Scheggino, Sellano, Spello, Spoleto, Trevi, Vallo di Nera e Valtopina. Si verrebbero a determinare – prosegue il documento – due Province con una determinazione territoriale quasi uguale e popolazioni più equilibrate, con la Provincia di Perugia che coprirebbe un'estensione di 2.042 chilometri quadrati per 516mila abitanti e quella di Terni con 2.121 chilometri quadrati per 392mila abitanti». Entro il 2 ottobre, almeno per il momento, il Cal sarà chiamato a deliberare la propria proposta di riordino.(Umbria24)
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