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Spiagge più pulite: un grido da levarsi forte

Antonio Tarallo
Pubblicato il 17-07-2023

Il problema dei rifiuti sulle coste denunciato da Legambiente

“Per quest’anno non cambiare stessa spiaggia stesso mare”: questo, uno dei primi tormentoni dell’estate. Erano altri tempi, la musica era diversa. La moda era diversa. Ma c’è una moda che sembra resistere e continuare a proliferare tra ombrelloni e bikini: appena usato un oggetto è moda diffusa lasciarlo ben bene arenato sulla spiaggia, non curanti dell’effetto sull’ambiente. “Cosa potrà mai fare un mozzicone di sigaretta?” ci si domanda, quasi timidamente. E invece i danni non sono pochi. Il malcostume è all’ordine del giorno: piatti di plastica; bottiglie; lattine e tanto altro materiale possono rimanere benissimo sulla spiaggia a “prendere il sole”. Anche loro avrebbero bisogno di una vacanza al mare? Assurdità della maleducazione. I temi dell’ambiente che spaziano sui quotidiani sembrano non avere alcun effetto; magari proprio quel giornale potrebbe diventare un altro “oggetto” da lasciare arenato sulle spiagge.

Ma qual è la situazione sulle spiagge italiane? A rispondere a simile quesito ci ha pensato Legambiente, con la sua indagine “Beach litter 2023”, pubblicata lo scorso 11 maggio 2023: le pagine d’indagine di Legambiente confermano che il marine litter (i “rifiuti in mare” che si spiaggiano sulle coste) rimane una delle grandi minacce da fronteggiare per la salvaguardia degli ambienti costieri. La media in Italia è di 9.61 rifiuti ogni metro di spiaggia: sono state 38 spiagge in 15 regioni italiane al vaglio dell’indagine che ha rilevato la presenza di 36.543 rifiuti su un totale di 232.800 mq di area campionata, corrispondenti a una media di 9.61 rifiuti ogni metro di spiaggia. I numeri maggiori riguardano la plastica: Il 72,5% dei rifiuti è composto da polimeri artificiali e plastica. Invece il 9,2% del totale è costituito da rifiuti di vetro e ceramica, principalmente materiale da costruzione (tegole, mattoni, piastrelle, ecc.) smaltito irregolarmente sulle spiagge. Il metallo rappresenta il 6,8% dei rifiuti raccolti, la carta e il cartone il 3,9%, mentre il resto del materiale è costituito da tessuti, legno trattato, gomma, bioplastica, scarti del cibo e sostanze chimiche.

I numeri sono impressionanti e allarmanti. Sarebbe fondamentale rivedere non solo la legislazione in merito ma anche cercare di incrementare i controlli sulle spiagge. Non è poi così difficile. È importante considerare - dati forse anche “banali” - che proprio sulle spiagge sono moltissimi i bambini che giocano liberamente: plastica e altro potrebbero far male, dunque, non solo all’ambiente.

“Per quest’anno non cambiare stessa spiaggia stesso mare”: se si continua così non ci sarà né spiaggia né tantomeno il mare. Spetta a noi salvaguardare l’ambiente, con piccoli gesti. Non è necessario compiere grandi imprese.

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