Le visite dei pontefici
E’ giunto il giorno dello sciopero generale. Cgil e Uil e Ugl (ma non Cisl) scendono in piazza in tutta Italia per chiedere al governo di cambiare le politiche economiche e del lavoro (Jobs Act, legge di stabilità e provvedimento sulla P.a.), perché - è lo slogan rilanciato come hashtag su Twitter - «così non va». Lo sciopero riguarda tutti i settori, dalla sanità agli uffici pubblici, dalla scuola ai trasporti, compreso quello ferroviario.
CAMUSSO: NON ESCLUDERE I SINDACATI
«Il governo sbaglia a escludere il confronto e la partecipazione con i sindacati. Devono scegliere se continuare a innescare il conflitto o aprire il dialogo: deve essere chiaro che noi non ci fermeremo», ha detto la Camusso, protagonista della manifestazione di piazza a Torino. «È un errore - dice il segretario della Cgil - anche perché ci pare che la priorità che indica al Paese che è innanzitutto quella del bisogno di lavoro, non trovi corrispondenza nei provvedimenti che il governo sta facendo». Camusso alla domanda sui primi dati dello sciopero ha detto che quelli che ha il sindacato fin qui «sono molto positivi».
BARBAGALLO: FERMARE LA CADUTA
«Oggi fermiamo l’Italia per farla ripartire nella direzione giusta», è invece il messaggio del leader Uil, Carmelo Barbagallo, dalla piazza dell’Esquilino a Roma. Tamburi, fischi, palloncini con un Renzi Pinocchio e musica scandiscono già da ora lo stop di otto ore di tutti i lavoratori pubblici e privati compresi i lavoratori delle Ferrovie per i quali ieri il governo ha revocato la precettazione. «Vogliamo fermare la caduta» dice ancora Barbagallo che indica a Renzi gli interventi per sbloccare il Paese. «Ci sono ancora margini per rimediare; il decreti attuativi del Jobs act devono essere ancora emanati e la legge di stabilità ancora approvata», spiega. «Se si metterà mano ai 150 miliardi di evasione fiscale, ai 27 miliardi di costi della politica e alla riforma fiscale si potrà rilanciare l’economia», conclude.
VENERDI’ NERO DEI TRASPORTI
Ieri, dopo una polemica tra il ministro dei Trasporti ed i sindacati, Maurizio Lupi, su segnalazione della Autorità garante degli scioperi, ha revocato la precettazione dei lavoratori del settore ferroviario. I sindacati hanno ridotto il tempo sia dello sciopero di oggi (che finisce alle 16 invece che alle 17) sia di quello indetto da altre sigle per sabato e domenica (che salva la fascia serale di sabato iniziando alle 24 invece che alle 21). Lo sciopero è un “diritto sacrosanto”, il governo ha “grande rispetto” per chi manifesterà, ha assicurato da Ankara il premier Matteo Renzi. Fiom. A Torino c’è stata un’adesione del 100% con tutti i trasporti fermi, inclusa la metropolitana.
ANCHE GLI STUDENTI IN PIAZZA
Tornano a mobilitarsi anche gli studenti. Tra ieri sera e stamattina sono state fatte diverse azioni di lancio della giornata dello sciopero generale in molte città, davanti al ministero dell’Economia a Roma e nel resto delle città, da Bologna e Pisa fino ad Acerra e Foggia davanti a enti regionali per il diritto allo studio, agenzie interinali, sedi Inps, Uffici Scolastici Regionali. «Protestiamo contro le riforme neoliberiste e recessive del Governo Renzi e non accettiamo che vengano approvate in nostro nome», dichiara Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza.
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