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San Francesco, profeta per la Terra Santa

Redazione online
Pubblicato il 22-12-2017

Il convegno per gli 800 anni della Custodia. Il Papa: città simbolo di pace

In un momento delicato della vita della città di Gerusalemme, simbolo per tutti di pacifica convivenza tra popoli e religioni diverse papa Francesco auspica che «sull’esempio di san Francesco si diffondano ovunque l’amicizia, la solidarietà e la pace».

 Lo fa con un messaggio inviato a suo nome dal cardinale Segretario di Stato alla Conferenza internazionale che ieri mattina ha aperto una due giorni celebrativa degli 800 anni della Custodia francescana di Terra Santa. Una iniziativa dell’Osservatorio sulle minoranze religiose nel mondo e sul rispetto della libertà religiosa, costituito presso il ministero degli Esteri italiano e presieduto da Salvatore Martinez, presidente del Centro internazionale Famiglia di Nazareth.

 Il Pontefice ha espresso agli organizzatori, ai relatori e ai partecipanti il suo «vivo compiacimento» per il tema scelto dal convegno, e cioè “Il dialogo tra culture e religioni nella promozione della pace”. E ha esortato ad «un autentico servizio alla vita e alla dignità della persona, tenendo in considerazione la diversità delle culture, delle tradizioni religiose e delle provenienze, come pure le ricchezze umane e spirituali, che esigono di essere accolte con rispetto». La Conferenza si è aperta nella mattinata di ieri, presso la pontificia Università Antonianum, con un incontro sul tema: “Da San Francesco a Papa Francesco: la profezia di un mondo riconciliato”, moderato da Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. Dopo i saluti del rettore dell’ateneo,suor Mary Melone, sono seguiti quelli del ministro degli Esteri, Angelino Alfano e di Martinez, che ha ribadito come «chi in nome della propria fede discrimina è il peggior nemico del destino di pace e di riconciliazione umana tra i popoli».

 Quindi ci sono stati gli interventi del Custode di Terra Santa padre Francesco Patton, che ha sottolineato come con san Francesco «l’“homo homini lupus” è diventato “homo hominis frater”, perché il nemico è solo quello che è presente dentro di noi mentre di fronte abbiamo sempre un fratello»; dello storico Franco Cardini; di Fausto Bertinotti, già presidente della Camera dei deputati; di Abdellah Redouane, segretario generale del Centro culturale islamico italiano, che ha ringraziato papa Francesco per le parole sui Rohingya e su Gerusalemme, e del rabbino David Rosen, che ha elogiato il ruolo della Custodia nel perservare «il dialogo interreligioso e i contatti tra culture e religioni diverse».

Le conclusioni sono state affidate al cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, che ha sottolineato il ruolo di presenza «certamente profetica» della Custodia «soprattutto nel contesto odierno» perché i frati provenienti da tutti i continenti «fanno sentire che alla Terra Santa tutti i popoli guardano con trepidazione e speranza perché nella fede – come dice il Salmo – “tutti là siamo nati”». Nella seconda sessione, ospitata nel pomeriggio alla Farnesina, sono intervenuti anche l’ambasciatore di Israele in Italia, Ofer Sachs, e del sindaco di Betlemme, Anton Salman. In questa sessione Alfano ha ribadito che «sullo status di Gerusalemme l’Italia è convinta che debba esserci un negoziato tra le parti all’insegna del dialogo e non della violenza». Oggi la Conferenza internazionale prosegue i suoi lavori ad Assisi, con gli interventi, tra gli altri, di padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro convento, e di Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino.(Gianni Cardinale)

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