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Rosario Esposito La Rossa, lo 'spacciatore di libri' di Scampia

Domenico Marcella
Pubblicato il 12-12-2019

Nel 2017, Rosario Esposito La Rossa è stato insignito cavaliere dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per l'impegno nella solidarietà, nell'integrazione, nel soccorso, e per l'attività in favore dell'inclusione sociale. Napoletano, classe 1988, nel periodo della cosiddetta “Faida di Scampia”, Rosario perde suo cugino, Antonio Landieri, vittima innocente della spietata guerra di camorra. Qualche anno più tardi, nel 2007, pubblica “Al di là della neve, storia di Scampia” un libro di racconti che hanno come protagonisti i ragazzi del quartiere, edito dalla casa editrice Marotta&Cafiero, divenuta di sua proprietà nel giro di un anno e mezzo: «È stato un dono che i proprietari hanno voluto fare a me e mia moglie. Abbiamo così deciso di investire le nostre risorse, trasferendola da Posillipo a Scampia, riuscendo a pubblicare un centinaio di libri in un decennio».

Riuscendo, sopratutto, a mettere in atto una deflagrate rivoluzione culturale.

«Sì, insieme ai ragazzi dell’associazione “Voci di Scampia” e a mia moglie Maddalena abbiamo dato vita a quello che mancava quando noi eravamo piccoli. All’epoca per recuperare un libro bisognava raggiungere il centro di Napoli, perché qui non esistevano librerie. E così abbiamo aperto “La Scugnizzeria” una piazza di spaccio di libri e cultura. Oggi, rispetto a ieri, Scampia è una terra in cambiamento, in evoluzione, e noi con le nostre attività cerchiamo di ridare al nostro territorio la normalità che merita».

E ci state riuscendo benissimo.

«Rappresentiamo semplicemente una delle tante alternative che compongono il mosaico del cambiamento».

Crescere a Scampia senza farsi risucchiare nel vortice oscuro non sarà stato facile.

«Abbiamo avuto la fortuna di avere alle spalle le attenzioni delle nostre famiglie. Questo non trascurabile dettaglio ci ha forgiato in maniera diversa rispetto ai ragazzi che hanno scelto di farsi risucchiare dal vortice. Non è stato facile crescere con un’infanzia compromessa da un quartiere nato storto. E proprio per questo ci siamo prefissati l’obiettivo di non riservare la stessa sorte alle nuove generazioni».

Un atto nobile, di estrema generosità. Lo dimostrano anche le tante iniziative e attività messe in piedi.

«Abbiamo ottenuto riposte positive nel corso degli anni. Oggi giungono a Scampia, da tutte le aree di Napoli, decine di ragazzi in cerca di libri, interessati a partecipare ai nostri corsi di recitazione. Abbiamo creato anche una piccola radio per dislessici, un laboratorio di costruzione di giocattoli, e un format delle buone notizie “Made in Scampia” per raccontare la foresta che cresce e non l’albero che cade».

I libri sono fondamentali ma serve ben altro, vero?

«Sì. I libri servono, sono una parte del cambiamento. Non combattono la criminalità ma aprono mondi, e sono proprio quei mondi che faranno la differenza. C’è però bisogno di un sano mix per provare a trasformare un quartiere da difficile a virtuoso. Sono cresciuto in un palazzo in cui si spacciava droga, e facevo lo slalom fra i tossici, così come i ragazzi con i quali lavoro. Oggi, però, attraverso la letteratura, contribuiamo, con un flusso ininterrotto di energia, alla bonifica di Scampia. E questo ci riempie davvero il cuore di orgoglio».

Domenico Marcella - Twitter: twitter.com/dodoclock

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