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ReMade, a Napoli ricicliamo insieme per un mondo migliore

Domenico Marcella Facebook - ReMade Sanità
Pubblicato il 02-04-2020

L'iniziativa di Raniero Madonna: nel Rione Sanità un laboratorio creativo di riciclo

Il rione Sanità è da qualche anno il centro nevralgico della nuova Napoli. Da qui – anche per impegno di Don Antonio Loffredo, parroco della basilica di S.Maria della Sanità, che è riuscito a dar vita a una serie di esperienze mirate al recupero sociale e territoriale – è partita la rivoluzione 4.0 della città partenopea. Punta di diamante di questa sommossa nonviolenta è il progetto “ReMade in Rione Sanità”, un laboratorio creativo di riciclo di plastiche e metalli. Abbiamo incontrato Raniero Madonna, ingegnere ambientale e membro dell’instancabile team.

Raniero, il vostro è un team variegato
«Il team è composto anche da Massimo Punzo, Susanna Parlato, Salvatore Esposito, Yole Sarno e Gianluca Della Corte. Io ho il compito di seguire la parte relativa ai processi di trasformazione dei materiali e all’organizzazione interna delle attività. La nostra è una realtà orizzontale e collaborativa. A dimostrazione che è sempre l’unione dei talenti e delle competenze a far la forza».

Anteponendo sempre il Noi all’Io
«Be’, sì; lo facciamo con estrema convinzione. Ogni percorso per spiccare il volo e integrarsi ha bisogno del Noi e non dell’Io. Ogni componente del team di ReMade in Rione Sanità contribuisce in maniera eccelsa a elaborare e strutturare il processo di recupero delle materie plastiche e dei metalli. Inoltre, va detto, senza il supporto dei ragazzi che si occupano di design sarebbe stato un progetto monco».

Cos’è ReMade in Rione Sanità?
«Un laboratorio di riciclo materiali plastici e metalli. Attraverso la stampa 3D, diamo nuova vita – con processi sostenibili e virtuosi – ai rifiuti del quotidiano. E ci auguriamo di farlo presto anche con altre tecniche da applicare a tutti quei polimeri non adatti alla stampa».

Il vostro è un modello che potrebbe estendersi anche alle varie aree di Napoli, per fare la differenza e risolvere le annose questioni legate alla gestione dei rifiuti
«Sì, il nostro obiettivo primario è proprio quello di far uscire questa sperimentazione fuori dai confini della Sanità, permettendo agli altri quartieri partenopei di avere il proprio laboratorio di riciclo a KM 0. Così facendo si contribuirà a contrastare le dinamiche legate alle infiltrazione della camorra e della mafia nel ciclo dei rifiuti e degli annessi smaltimenti illeciti, fortemente nocivi per l’uomo e l’ambiente».

Attraverso gli scarti, producete bellezza. I vostri prototipi fanno da leva alla attività commerciali del rione Sanità
«L’idea è esattamente questa, perché il progresso tecnologico non deve oscurare ma illuminare le realtà presenti sul territorio. ReMade in Rione Sanità produce vasi per i fiorai, spille per i guantai e bottoni per i sarti. Si pone, insomma, a supporto e a integrazione delle tecniche utilizzate dalle attività artigianali locali».

E celebrano in maniera degna le bellezze storiche presenti sul territorio
«I pattern applicati sui vasi e sugli orecchini riprendono la forma architettonica delle cave di tufo delle Catacombe di Napoli. Abbiamo scelto di reinserire nella società gli scarti anche per rinvigorire negli abitanti della Sanità l’orgoglio per le proprie bellezze».

Sensibilizzandoli notevolmente
«Chiunque deve sentirsi parte attiva. La causa della sostenibilità ambientale riguarda indistintamente tutti, e chiunque può e deve contribuire a fare la differenza».

Siamo inchiodati tutti in un limbo di paura e incertezza. Il mondo sta vivendo, diciamolo chiaramente, uno spietato conflitto bellico contro un nemico invisibile. Da ReMade in Rione Sanità è partito proprio in questi giorni un contributo importante
«È un momento assolutamente difficile e triste, da cui soltanto collaborando tutti potremmo uscire. Quando abbiamo sentito dell’idea di “Isinnova” (una start up bresciana) e dell’ospedale di Chiari di convertire delle maschere da snorkeling in caschi CPAP per le terapie sub-intensive, dedicate ai pazienti affetti da COVID-19, ci siamo immediatamente resi disponibili ad affiancare la produzione supportare gli ospedali in sofferenza. Da allora siamo stati contattati da diverse strutture sanitarie del territorio, che ci hanno chiesto diverse soluzioni per i tanti problemi che si stanno trovando ad affrontare. Stiamo sperimentando la prototipazione di diversi dispositivi e diverse valvole ma, non essendo esperti nel settore medico, abbiamo chiesto alle istituzioni e all’università di unire le forze per verificare di volta in volta la conformità e la sicurezza delle idee sviluppate e dei prodotti. Il supporto è stato massimo, e tantissimi laboratori di stampa 3D stanno collaborando, condividendo i file, i problemi e le soluzioni».

Qual è la speranza per un mondo migliore di ReMade in Rione Sanità?
«Questo momento ci sta insegnando tantissimo, sia sulla necessità di ripensare i nostri ritmi di produzione e consumo sia sulla necessità di rispettare l’ambiente. Ma più di tutto è la consapevolezza che con l’unione e la collaborazione si possono superare gli ostacoli più grandi e affrontare le situazioni più difficili».

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