attualita

Quell'alibi che non ci fa ascoltare l'allarme del clima

CORRIERE DELLA SERA Pixabay
Pubblicato il 05-06-2020

Intervista al climatologo Luca Mercalli nella giornata dedicata all'Ambiente

Luca Mercalli è noto come climatologo, divulgatore scientifico e autore televisivo. Il suo libro, che apre la collana del Corriere della Sera dedicata all’ambiente, è del 2018. A due anni di distanza, come è cambiata la percezione di questa emergenza?

«Ritornano i discorsi che si facevano 40 anni fa. Ciò non vuol dire che non sia stato fatto niente,madi fronte alle minacce che ci troviamo ad affrontare quello che è stato fatto non è sufficiente».

Nonostante l’enorme massa di dati, tutti univoci, alcuni negano il riscaldamento climatico o che questo sia dovuto alle attività umane. Manca una cultura scientifica per comprendere certi problemi?

«Solo in parte è un problema di cultura scientifica, è più facile trovarsi un alibi, dare la colpa ad altri o negare l’evidenza. Si è visto con il Covid- 19. Sul clima c’è la stessa dinamica: è un problema anche antropologico. Chi avanza tesi negazioniste, anche per interessi economici, trova sempre molte orecchie ad ascoltarlo».

Il mondo ambientalista ha sbagliato il modo di comunicare?

«Nessuno conosce il modo giusto di comunicare questi temi che impongono innanzitutto di cambiare i nostri stili di vita. Sono stati provati diversi approcci, nessuno però ha mai funzionato veramente. La scienza ci espone dei fatti, spetta alla politica unire ambiente e sviluppo».

Tra le personalità che più si sono spese per l’ambiente c’è Papa Francesco, manca forse un grande leader politico che guidi ilmovimento ambientalista. Davvero può esserlo Greta Thunberg?

«Secondo me un leader già c’è: è Antonio Guterres, il segretario generale dell’Onu, che ha detto parole molto importanti sull’ambiente, ha una laurea in ingegneria e una preparazione scientifica di tutto rispetto. Anche Angela Merkel ha una laurea in fisica, ma di lei vengono ricordati solo i discorsi economici».

Già dopo poche settimane di quarantena è migliorata la qualità dell’aria: il Covid-19 ha cambiato qualcosa?

«Ha evidenziato che tante cose si possono fare in modo diverso, per esempio con il telelavoro e con diverse modalità di trasporto. Speriamo che non si riprenda come prima».

Fino a non molto tempo fa sui temi ambientali c’era una chiusura totale del mondo economico e finanziario, che ora sta cambiando atteggiamento. Siamo a una svolta decisiva o è solo greenwashing?

«L’impegno del mondo economico, anche se per qualcuno si è trattato solo di una pennellata verde, è comunque un passo avanti. Serve però più coraggio nella transizione verso un’economia circolare che, sappiamo bene, ha bisogno dei suoi tempi. Non si può avere tutto e subito ma ci devono essere tempi e prospettive precise, tutte cose che ora mancano».

Se deve citarne una sola, qual è la minaccia ambientale più grave che ci troveremo ad affrontare?

«Tutti i temi sono legati gli uni agli altri: dal riscaldamento all’acidificazione degli oceani. È la vivibilità stessa del pianeta Terra, è l’esistenza dell’Homo sapiens a essere a repentaglio».

Nel libro dice: «Non voglio cedere a un totale pessimismo ». Ha cambiato opinione o vede sempre grigio scuro?

«Continuo a vedere grigio scuro perché non vedo partire la scintilla giusta. Siamo dentro un processo colossale ma non ce ne rendiamo conto: ci sta passando sopra la storia dell’evoluzione del pianeta».

Quanto tempo abbiamo?

«Non ne abbiamo più, possiamo solo moderare i danni. Se però agiamo subito e con decisione».

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA