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PAPA FRANCESCO: ESSERE CRISTIANI REALI, NON 'VIRTUALI' O DA 'SALOTTO'

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Lo Spirito Santo è quello che muove la Chiesa, è quello che lavora nella Chiesa

È È l’«anima» è il «motore» della Chiesa, eppure per molti cristiani è uno sconosciuto o «un prigioniero di lusso». Papa Francesco parla dello Spirito Santo nell’omelia della Messa di questa mattina a Casa Santa Marta, nella settimana che porta alla Pentecoste, sottolineando che forma fedeli «reali», non «virtuali» o «da salotto». Il Pontefice esorta a lasciarsi condurre da Lui che traccia la strada della libertà. 

«Non abbiamo nemmeno sentito che esiste uno Spirito Santo»: Papa Bergoglio prende spunto dal dialogo tra i primi discepoli a Efeso e san Paolo per analizzare la presenza dello Spirito Santo nella vita dei cristiani. Francesco osserva che anche oggi succede come a quei discepoli che, pure credendo in Cristo, non sanno chi sia lo Spirito Santo.

Tanti affermano di avere «imparato nel Catechismo» che lo Spirito Santo è «nella Trinità», ma poi non conoscono «più di questo sullo Spirito Santo» e si domandano quali siano le Sue azioni. 

«Lo Spirito Santo è quello che muove la Chiesa, è quello che lavora nella Chiesa – evidenzia il Papa - nei nostri cuori, è quello che fa di ogni cristiano una persona diversa dall’altra, ma da tutti insieme fa l’unità». Ancora: «È quello che porta avanti, spalanca le porte e ti invia a dare testimonianza di Gesù. Abbiamo sentito all’inizio della Messa: “Riceverete lo Spirito Santo e mi sarete testimoni in tutto il mondo”. Lo Spirito Santo è quello ci muove a lodare Dio, ci muove a pregare: “Prega, in noi”. Lo Spirito Santo è quello che è in noi e ci insegna a guardare il Padre e a dirgli: “Padre”». Inoltre, «ci libera da questa condizione di orfano nella quale lo spirito del mondo vuole portarci». 

Lo Spirito Santo è «il protagonista della Chiesa viva – aggiunge - è quello che lavora nella Chiesa». 

C’è un pericolo: quando «non viviamo questo, quando non siamo all’altezza di questa missione dello Spirito Santo» si riduce «la fede a una morale, a una etica». 

Dunque non bisogna «accontentarsi» di compiere i Comandamenti e «niente di più: questo si può fare, questo non si può fare; fino a qui sì, fino là no! E da lì alla casistica e a una morale fredda». 

Perché la vita cristiana «non è una etica – ammonisce il Vescovo di Roma - è un incontro con Gesù Cristo». E chi «porta a questo incontro con Gesù Cristo» è lo Spirito Santo. 

«Ma noi – rileva - nella nostra vita, abbiamo nel nostro cuore lo Spirito Santo come un “prigioniero di lusso”: non lasciamo che ci spinga, non lasciamo che ci muova. Fa tutto, sa tutto, sa ricordarci cosa ha detto Gesù, sa spiegarci le cose di Gesù. Soltanto – lo Spirito Santo - non sa fare una cosa: cristiani da salotto. Questo non lo sa fare! Non sa fare “cristiani virtuali” ma non virtuosi. Lui fa cristiani reali, Lui prende la vita reale così com’è, con la profezia del leggere i segni dei tempi e ci porta avanti così. È il grande prigioniero del nostro cuore. Diciamo: “È la terza Persona della Trinità” e finiamo lì…».

In questa settimana «di preparazione alla Festa di Pentecoste», per Francesco «ci farà bene riflettere su cosa fa lo Spirito Santo nella mia vita» e domandarsi se ci «ha insegnato la strada della libertà». 

Prosegue nella proposta di riflessione personale il Papa: lo Spirito Santo «mi spinge ad andare fuori: ho paura? Come è il mio coraggio, quello che mi dà lo Spirito Santo, per uscire da me stesso, per testimoniare Gesù? Come va la mia pazienza nelle prove? Perché anche la pazienza la dà lo Spirito Santo».

Francesco invita a pensare: «”Davvero io ci credo o è una parola, per me, lo Spirito Santo?”. E cerchiamo di parlare con Lui e dire: “Io so che Tu sei nel mio cuore, che Tu sei nel cuore della Chiesa, che Tu porti avanti la Chiesa, che Tu fai l’unità fra tutti noi, ma diversi tutti noi, nella diversità di tutti noi”… Dirgli tutte queste cose e chiedere la grazia di imparare - ma praticamente, nella mia vita - cosa fa Lui». Questa è «la grazia della docilità a Lui: essere docile allo Spirito Santo. Questa settimana facciamo questo – conclude - pensiamo allo Spirito e parliamo con Lui».

Papa Bergoglio durante la Messa dedica un pensiero speciale alle Suore vincenziane che lavorano a Casa Santa Marta, nel giorno della festa della loro fondatrice, santa Luisa di Marillac. Domenico Agasso Jr - Vatican Insider

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