Le visite dei pontefici
Questo è il momento di aiutare chi ha meno di noi e mettere in pratica una nuova economia
Enormi sono le disuguaglianze sociali e culturali nel mondo diventate ancora più profonde per la pandemia. La nostra economia è malata, lo ha ripetuto più volte Papa Francesco: «la pandemia ci ha messo tutti in crisi. Ma da una crisi non si può uscire uguali. O usciamo migliori, o usciamo peggiori. Continueremo con un sistema economico di ingiustizia sociale e disprezzo per la cura del creato, della casa comune? Pensiamoci». Un’economia frutto di una crescita iniqua dove il 99% della ricchezza del mondo è solo per l’1% della popolazione globale. È inaccettabile. È il momento di cambiare atteggiamento, aiutare chi ha meno di noi e mettere in pratica una nuova economia: un’economia sociale di mercato.
«La crisi del Covid – ha detto il francescano Johannes B. Freyer – ha dimostrato che la precedente pratica del capitalismo non può far fronte a una tale situazione. Va messo in discussione il sistema economico neoliberale e i dogmi di crescita senza fine». L’obiettivo è «correggere i modelli incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente, l’accoglienza della vita, la cura della famiglia, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle giovani». La speranza è riposta nei giovani che si troveranno a «Economy of Francesco», evento voluto dal Santo Padre. Un nuovo modello che si rifaccia all’origine del pensiero di Francesco e dei frati fondatori delle prime banche, monti di pietà e monti frumentari. Allora come oggi una rivoluzione. Ciò che interessa non è il profitto, ma il benessere sociale. Un «cantiere di speranza» che rifletta su una nuova economia che per un lato guarda a Francesco d’Assisi e per un altro guarda alle indicazioni che arrivano dalla Laudato Si’. In mezzo c’è l’economia civile, di comunità, di prossimità.
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