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Noi, italiani e la fase 2

Antonio Tarallo Ansa - MATTEO BAZZI
Pubblicato il 05-05-2020

Noi, italiani, popolo di santi, poeti e navigatori

Noi, italiani. Noi, italiani, popolo di “santi, poeti e navigatori”, saremo alle prese - da oggi - con la cosiddetta Fase 2. Noi, italiani, testardi, che sappiamo bene - per il vissuto della nostra Storia - cosa vogliano dire sacrificio e ricostruzione. Spetterà a noi, ricreare le possibilità di rinascita. Abbiamo vissuto questo periodo di quarantena dando prova del nostro senso civico, del nostro voler essere una nazione, unita.

Ne abbiamo dato grande prova nei giorni scorsi: i dati del contenimento dei contagi parlano chiaro. Abbiamo avuto il nostro “banco di prova” e così sarà per questa nuova fase, che ha profumo di primavera, di rinascita. E - diciamo pure la verità - abbiamo anche sorpreso i nostri cugini europei: abbiamo dimostrato di non essere solo il popolo “pizza e mandolino”. No, non siamo solo questo. Siamo il popolo di infermieri, dottori, personale sanitario che fino ad oggi (e continua ancora a farlo) ha assistito con orari estenuanti i casi più disparati che hanno sommerso le camere intensive degli ospedali, ad inizio emergenza, ad “inizio della guerra”.

Hanno rischiato la loro vita, e molti continuano a farlo. Hanno vissuto la propria vocazione fino al sacrificio estremo, e, molti - purtroppo - ci hanno lasciato durante il cammino. Siamo il popolo dei commessi dei supermercati: ragazze, ragazzi, donne e uomini che sono stati lì, fin dal primo momento dell’emergenza, nei propri luoghi di lavoro. Gente nell’anonimato che - forse - fino all’altro ieri passavano inosservati. Loro, hanno rappresentato una sorta di “prima trincea postmoderna”, così potremmo definirla.

Siamo il popolo dei netturbini (ricordiamolo pure: molti di questi, sono anche laureati che conoscono il peso dell’umiltà) che ogni mattina ha pulito le strade, ha “conservato” le nostre città prima che venissero - oggi - gradualmente ripopolate. Siamo stati - fino adesso - il popolo dei flash mob sui balconi: ondate di coraggio, ondate di supporto l’uno con l’altro per poter vivere una situazione mai vissuta prima.

Grazie a quelle note sui balconi, grazie a quelle “chiacchiere” tra vicini - che tanto hanno ricordato le commedie di Eduardo De Filippo - abbiamo avuto modo di riscoprire il senso della fratellanza, qualcosa che quasi - storicamente - non vivevamo dal periodo della ricostruzione del ‘45, dopo la Seconda guerra mondiale. E da oggi, l’Italia, si trova di fronte a una nuova prova di responsabilità. Una battaglia nuova si pone davanti al nostro popolo antico.

Un nuovo orizzonte è di fronte ad ognuno di noi, e metterà a dura prova - nuovamente - il popolo italiano. Ma, questa volta, in questa prima mattina della nuova fase, si respira aria diversa: un profumo di primavera che quasi si confonde con l’odore dei caffè da asporto. Nella precedente fase, non siamo riusciti a vivere le celebrazioni della Pasqua, è vero.

Oggi, dunque, in questa nuova fase, potremmo scorgere la possibilità che ci viene fornita di uscire fuori dai sepolcri, con un senso nuovo di responsabilità, acquisito nei giorni della Passione addietro. Abbiamo compreso che ne siamo capaci, noi italiani. E ora non ci rimane altro che aspettare la Pentecoste...intanto cominciamo a pensare di risorgere.

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