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Mozart, la musica di Dio

Antonio Tarallo
Pubblicato il 05-12-2021

230 anni fa moriva il famoso compositore di Salisburgo

Wolfgang Amadeus Mozart, Salisburgo, 27 gennaio 1756, la sua nascita. Vienna, 5 dicembre 1791, la data della sua morte. Sono passati ben 230 anni da questa data, eppure Mozart è più vivo che mai. Un’icona di sempre, e per sempre. Note e arie d’opera: le sue composizioni sono eterne e risuonano in tutti i teatri del mondo, in tutte le sale da concerto. A volte, anche riproposte in chiave moderna e contemporanea. Perché Mozart suscita tanto clamore ancora? Perché tutti lo conoscono? E’ la grandezza dei grandi, semplicemente. 

Mozart e Dio, un dialogo che non si è mai interrotto. Un uomo che - vista la sua particolare biografia - non ha poi vissuto, certamente, una vita santa, come si suole dire. Diversi sono, infatti, gli episodi che lo vedono protagonista di scorribande al gusto di alcolici e donne non proprio raccomandabili. E’ un dato di fatto. Ma la sua santità dove potrebbe essere trovata, allora? Certamente, santità, è una parola grossa. Ma, visto il personaggio, e la sua musica  - forse - non è poi del tutto inappropriato il termine. Il santo, in fondo, è colui che fa avvicinare le anime a Dio e, ascoltando le sue composizioni musicali, chi potrebbe mettere in dubbio che in queste è possibile trovare il Signore? Nessuno. Le note sul pentagramma fluttuano nell’aria fino a raggiungere il cuore degli ascoltatori. E la produzione musicale sacra di Mozart, oltre ad essere vastissima, riesce a penetrare e a commuovere ogni animo, anche quello più lontano da Dio. Già questo potrebbe definirsi, forse, un miracolo? Anche. 

Basterebbe ascoltare l’ “Ave Verum Corpus”. È una delle poche composizioni scritte di sua iniziativa, senza che gli venisse commissionata. Quasi certamente era dedicata all’amico e direttore del coro Anton Stoll e Mozart la ideò in occasione della solennità del Corpus Domini nel 1791. Inoltre, Wolfgang Amadeus era stato battezzato nella Cattedrale di Salisburgo subito dopo la nascita. Ad assolvere ai compiti di precettore spirituale fu lo stesso padre Leopold che insegnò al piccolo Amadeus la musica. Leopold fu molto severo con lui, e retto negli insegnamenti  tanto che invitava continuamente il figlio a ricevere i sacramenti e a osservare i precetti della Chiesa. Famoso, inoltre, il suo rapporto - un po’ turbolento - con il vescovo di Salisburgo, Geronimo di Colloredo. Come era usuale all’epoca, bisogna precisare che il vescovo aveva nei confronti del genio musicale un rapporto “feudale”: il committente dell’opera considerava i suoi compositori alla stregua di servitori. Ma, il loro rapporto, certamente, non influenzò la sua vastissima produzione musicale in Salisburgo: da quel periodo uscirono capolavori sacri che vivranno per sempre nel repertorio sacro della Chiesa.   

Dio aveva scelto Mozart come interprete della musica celestiale. Scriveva il protestante Karl Barth che gli angeli, quando in cielo rendono lode a Dio, suonano Bach, ma quando si trovano fra loro preferiscono Mozart. Molto probabilmente, è proprio così.  (Rivista San Francesco - clicca qui per scoprire come abbonarti)

 

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