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Marceau, eroe in silenzio

Corriere della Sera, Giuseppina Manin MyMovies.it
Pubblicato il 26-06-2020

Resistance, nonostante il suo contesto tragico, è una storia che inneggia alla vita

Il mimo più famoso del mondo aveva un segreto. Marcel Marceau, geniale interprete dell’arte del silenzio, l’inventore del surreale Bip, per molto tempo non è riuscito a parlare di una pagina dolorosa di cui era stato protagonista poco più che ragazzo.

Di famiglia ebrea, a 19 anni si era unito con il fratello alla Resistenza francese e insieme, sfidando i nazisti che occupavano il sud della Francia, era riuscito a portare in salvo, attraversando a piedi il confine per la Svizzera, un centinaio di bambini ebrei i cui genitori erano stati uccisi o deportati. Episodio luminoso, taciuto a lungo come spesso accade a chi ha vissuto esperienze traumatiche.

Solo nel 2001, a 78 anni, nel ricevere la medaglia Raoul Wallenberg, Marcel raccontò la storia: i bambini salvati, suo padre assassinato a Auschwitz, gli orrori di un regime che voleva distruggere un popolo in nome di un odio insensato. A far rivivere ora la vicenda è Resistance – La voce del silenzio, film di Jonathan Jakubowicz, fruibile on demand sulle principali piattaforme (Sky Primafila, Apple Tv, Chili, Google Play, Infinity, Timvision, Rakuten TV, Cg Entertainment, The Film Club).

Nei panni del leggendario mimo Jesse Eisenberg, già protagonista di The Social Network e di Café Society di Woody Allen, che con Marceau ha più di un legame. Anche lui di origini ebree-polacche, e in più con una madre clown. «Sono cresciuto come il figlio di un pagliaccio, mia madre era solita dipingere il viso come Marceau e intrattenere i bambini durante le feste di compleanno», racconta l’attore. Indossare la tuta a righe marinare, tingersi la faccia di biacca, le labbra di carminio, per Jesse è stato naturale.

Una metamorfosi che nel film vedremo nel finale, quando il generale Patton lo presenterà alle truppe come l’eroe che ha messo la sua arte al servizio della Resistenza. Per Marceau il primo momento di gloria, l’inizio di una carriera folgorante, allievo di giganti come Barrault e Decroux, fondatore di compagnia e una scuola di mimo famose in tutto il mondo. Tra i suoi amici Mel Brooks che in L’ultima follia gli fa pronunciare la sola parola di un film tutto muto: «No». E Michael Jackson, che da lui impara il celebre «moonwalk».

Un modo di camminare controvento che Marcel inventa come gioco per quei bambini da salvare. Piccole vite affidate al coraggio di un manipolo di ragazzi di pochi anni maggiori di loro, ma anche alla capacità di Marceau di sventarne le paure con le sue meravigliose invenzioni. Quei gesti buffi, più espliciti di ogni parola non solo serviranno a strappare sorrisi e risate, ma verranno buoni quando, davanti al nemico, si dovrà comunicare solo con gli sguardi, i movimenti di una mano.

Vitale si rivelerà anche l’altro suo talento, di abile falsario, capace di cambiare date e nomi nei documenti dei fuggiaschi. E anche nei suoi, non più Mangel, di chiare ascendenze ebraiche, ma il francesissimo Marceau. Sull’esempio dei suoi idoli, Buste r Kea ton e Charlie Chaplin, Marcel impara a «rendere visibile l’invisibile e invisibile il visibile», a evocare incredibili prodigi in scena e anche nella vita.

Persino beffare una volpe malvagia quale Klaus Barbie, «il boia di Lione», che grazie al sangue freddo e alla faccia da poker insegnata ai piccoli da mago Marcel, commette l’errore di credere a ciò che appare. La capacità di Marceau di intrattenere i bambini e fargli scordare gli orrori di una realtà intollerabile fa venire in mente Benigni di La vita è bella. «Quello che mi ha spinto a realizzare Resistance è che, nonostante il suo contesto tragico, è una storia che inneggia alla vita. Marcel e il suo gruppo hanno salvato molte esistenze, contro ogni umana previsione. E questo merita di venir celebrato», ha confessato il regista.

Il film è dedicato al milione e mezzo di bambini uccisi dai nazisti perché ebrei, ma anche perché rom, slavi o disabili. Di questa Shoah orrenda e sterminata, i 123 piccini salvati da Marceau possono sembrare una goccia. Ma, come è scritto nel Talmud, chiunque salvi una vita salva il mondo intero

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