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Maggio, mese mariano. Le reliquie della Vergine

Antonio Tarallo papaboys.org
Pubblicato il 07-05-2020

Sono quattro le Sacre Reliquie di Maria: l'anello nuziale, la sacra cintola, il Maphorion ed il Velo

Maggio, mese mariano: il tempo che la Chiesa dedica al ricordo della figura della Vergine Maria. Non tutti sanno, forse, dell’esistenza di alcune importanti sue reliquie, mentre ben più “popolari” sono quelle legate alla Passione del figlio, Gesù. Eppure, di Maria, esistono quattro importanti reliquie: l’anello nuziale con Giuseppe, la cintola, il Maphorion custodito nella chiesa di Santa Maria in Regola, ad Imola, e il Velo della Madonna custodito nel sacro Convento di Assisi.

Queste quattro reliquie hanno in comune una città che ha fondato la sua supremazia e la sua importanza sulla venerazione e il culto della Beata Vergine: Costantinopoli. Il culto mariano a Costantinopoli crebbe d’intensità, infatti, quando queste reliquie arrivarono nella capitale dell’Impero Bizantino e costituirono definitivamente l’incoronazione della Vergine Maria come patrona e protettrice della “Nuova Roma”, così era chiamata. Non si conosce con precisione la sistemazione delle reliquie mariane a Costantinopoli perché le tradizioni non sono proprio concordi. Rimane, però, un dato certo: il grande successo di queste reliquie si ebbe nel V secolo, quando esse si trovavano certamente nella città, mentre nel IV secolo la venerazione dei fedeli era rivolta principalmente alla reliquia della Croce di Cristo.

L’anello nuziale della Vergine
Secondo la tradizione, la Vergine lo avrebbe consegnato all’apostolo Giovanni prima di morire. Poi non si sa come arrivò nelle mani di un commerciante di Gerusalemme. Successivamente fu venduto a un orafo di Chiusi. In tutta Europa si contano altri due anelli, oltre a quello di Perugia. Quello di fidanzamento che era conservato, prima del rogo, nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi, e quello detto "giornaliero" conservato a Messina nella chiesa di San Giuseppe. L’analisi gemmologica, condotta nel 2004, l’ha determinata come calcedonio, varietà microcristallina del quarzo.

La tradizione vuole che sia stato l’anello di nozze tra Maria e Giuseppe. Le ragioni che ne hanno fatto il simbolo del matrimonio di Maria, sono comunque non del tutto chiare. La funzione dell’anello, date le sue caratteristiche (forma, materiale, peso), sembra piuttosto avvalorare la tesi che si tratti di un anello-sigillo, risalente, probabilmente, al primo secolo d. C., proveniente pare dall’oriente. Di certo, sappiamo, che il prezioso monile era custodito - fino alla seconda metà del 1400 - nella chiesa dei francescani di Chiusi. Fu prelevato da qui da un certo frate Vinterio da Magonza, portato a Perugia nel 1473, donato poi al Magistrato della città Francesco Montesperelli, che lo fece conservare nella Cappella dei Decenviri al Palazzo dei Priori. Nella vertenza che seguì tra Chiusi e Perugia per il possesso del S. Anello, Papa Sisto IV, amico di Perugia (la città dove aveva risieduto per gli studi), favori la città umbra. Nel 1488 il Santo Anello viene solennemente trasferito nella Cattedrale di San Lorenzo, a Perugia. Città dove ancora è possibile venerare il sacro monile.

La sacra cintola
Per la storia della Sacra Cintola della Vergine, esiste una vasta e contraddittoria produzione letteraria. La Sacra Cintola è una sottile striscia di lana finissima di capra, lunga 87 cm, di color verde, broccata in filo d’oro. Gli estremi sono nascosti da una nappa su un lato e da una piegatura sul lato opposto, tenute da un nastrino in taffetà verde smeraldo. Secondo quanto ci riporta la tradizione dei Vangeli apocrifi, la Sacra Cintola sarebbe stata consegnata dalla Beata Vergine Maria a San Tommaso come prova dell’Assunzione in anima e corpo in cielo. San Tommaso, prima di partire per le Indie,la consegnò ad un sacerdote di Gerusalemme. Da qui, inizierà il suo lungo viaggio, un pellegrinaggio non proprio facile, fin quando non giunse nelle mani di Michele Dagomari da Prato, mercante in soggiorno nella Città Santa nel 1141. Fu lui a ricevere la sacra reliquia come dote per il matrimonio della figlia. Solo in punto di morte, nel 1173, Michele Dagomari da Prato consegnò la reliquia nelle mani del magistrato civile e del preposto. La Sacra Cintola nel 1174 fu poi trasportata con una processione solenne nel duomo della città di Prato e collocata all’interno dell’altare maggiore. L’ostensione avviene ancora oggi per le mani del Vescovo. Le date in cui la Sacra Cintola viene esposta sono: nel periodo pasquale; il 1 maggio; nel giorno dell’Assunzione di Maria (15 agosto); il giorno della Natività di Maria, l’8 settembre; ed infine, il giorno di Natale.

Il Maphorion
Maphorion, dal greco omos (spalla) e pherein (portare). E’ la reliquia di Maria più famosa e importante che sia mai arrivata a Costantinopoli. Il maphorion è il manto della Vergine usato per coprire il capo e le spalle. Secondo l'iconografia, sul capo e sulle spalle il Maphorion reca impresse tre stelle, gli antichissimi simboli siriaci della verginità. Sono attestate due diverse tradizioni in merito al ritrovamento di questa importante reliquia mariana. La prima tradizione vuole che l’importante reliquia venne scoperta a Cafarnao in Palestina, dai patrizi Galbio e Candidus durante il regno dell'Imperatore Leone I (457-474). Apparteneva ad una ebrea, che la teneva in un'arca di legno, e i patrizi riuscirono a rubarla sostituendola con un'arca delle stesse dimensioni; da Cafarnao portarono il Sacro Velo a Costantinopoli, dove rimase fino alla conquista turca del 1453. La seconda, invece, ci dice che rimase a Costantinopoli non oltre la data del 568, quando fu portata ad Imola nella chiesa di Santa Maria in Regola come dono dell'esarca Longino che avrebbe ricostruito la chiesa di Imola proprio nel 568, in occasione dell'arrivo del velo. Il maphorion misura: 107 x 58 cm. Di forma rettangolare, è piegato più volte ed è inserito in una teca, conservata - appunto - nella Chiesa di Santa Maria in Regola, ad Imola.

Il velo della Madonna ad Assisi
Ma anche Assisi ha la sua reliquia mariana. Correva l'Anno del Signore 1319. La chiesa di S. Francesco fu arricchita d'un tesoro inestimabile: il velo della Madonna, offerto "come grazia ricevuta" da Tommaso della famiglia nobile romana degli Orsini. Tommaso, passato oltremare nell'ultima crociata, l'ebbe dal Pascià di Damasco, suo prigioniero di guerra, il quale l'aveva tolto da una chiesa di Gerusalemme. Quando tornò in Italia, essendo molto malato e in fin di vita, chiese la grazia al Poverello di Assisi. Guarito da tale infermità, decise di donare ai frati la veneranda reliquia che sino ai nostri giorni è gelosamente custodita in Basilica. Ma, bisogna anche ricordare un interessante episodio che riguarda tale sacro oggetto. Si racconta, infatti, che S. Giuseppe da Copertino, vissuto per molti anni nel sacro Sacro Convento di Assisi, durante uno dei suoi famosi rapimenti mistici, domandò alla Madonna se fosse realmente il velo da lei portato. La Madonna rispose: “Credimi, figlio, quello è il mo velo, e mi servì per avvolgere il Bambino Gesù”.

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