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La storia della famosa tradizione dell’Infiorata per il Corpus Domini 

Antonio Tarallo www.rivista24.it
Pubblicato il 22-06-2019

L' “Infiorata”, antica tradizione italiana. Non c’è che dire, è proprio tutta nostrana, sfavillante nei suoi colori, e – soprattutto – nei suoi profumi. E’ l’Italia delle vecchie, antiche tradizioni popolari, unite a una fede genuina e calda, quella tramandata dai nostri nonni, che rivive salda non solo nella nostra memoria, ma è cultura viva che si rinnova di anno in anno. La cosiddetta “Infiorata”, rappresenta una delle manifestazioni più conosciute dai fedeli e dai turisti che visitano il nostro Paese. Tappeti di fiori, realizzati da mane certosine, in occasione della festività del Corpus Domini, abbelliscono i sagrati di molte chiese, più o meno importanti. Questi prati creati “ad hoc”, pronti a essere disfatti al passaggio delle processioni per la festa del Corpus Domini, hanno radici antiche.

L’origine dell’Infiorata ad opera dell’architetto fiorentino Benedetto Drei

Bisogna, infatti, risalire al XVII secolo, quando la Roma barocca era colma di feste che divenivano vere e proprie scenografie teatrali. Si pensa che la tradizione di costruire quadri fatti di fiori sia nata nella Basilica Vaticana,grazie all’allora noto responsabile della Floreria vaticana, l’architetto Benedetto Drei (Firenze, 1580 circa – Roma, 5 ottobre 1637). Nel 1625, Benedetto Drei, e suo figlio Pietro, ebbero una stupenda idea per celebrare i due santi patroni della città di Roma, i santi Pietro e Paolo. Proposero all’allora Papa, Urbano VIII, di decorare il selciato ai piedi della scalinata della Basilica di San Pietro con immensi quadri composti da milioni di petali di fiori, i cui differenti colori consentissero di realizzare vere e proprie opere d’arte con una tecnica molto simile a quella del mosaico.

Il passaggio di testimone a Gian Lorenzo Bernini

Quando Benedetto Drei morì, ne prese il testimone il grande artista ed architetto Gian Lorenzo Bernini, autore del famoso colonnato di Piazza San Pietro, nonché fautore delle grandiose Feste Barocche che riportarono a Roma una parte dei fasti dell’antico impero. Bernini fece dell’Infiorata una delle più famose tradizioni italiane, poi copiata in tutto il mondo. La tradizione di queste decorazioni floreali venne adottata già nel secolo successivo in alcune località dei Castelli romani legate a Roma grazie proprio al Bernini.“Un altro bello, e grande spettacolo ha fatto più allegra ultimamente la medesima solennità degli Apostoli, nella quale i fiori si sono mutati in Api, a formar l'arme della famiglia Barberina. L'artificio di cosa così leggiadra è stata inventione dell'ingegnoso giovane, Stefano Sperandio, il quale sotto la disciplina del famoso Cavalier Giovan Lorenzo Bernino con gran profitto attende all'arte nobilissima della scultura”, così Giovanni Battista Ferrari – nel suo  “Flora ouero Cultura di fiori del p. Gio. Battista Ferrari senese della Comp. di Giesu distinta in quattro libri e trasportata dalla lingua latina nell'italiana da Lodovico Aureli, Perugino”, del 1638 – descrive il magnifico evento romano.

La tradizione si amplia, di regione in regione. La storica infiorata del 1778 a Genzano, vicino Roma

A Roma la tradizione delle infiorate scomparve alla fine del XVII secolo, mentre – nelle località del Castelli romani – proseguì fino all' XVIII secolo, come riportato da un manoscritto anonimo del 1824 tutt'ora conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Ma il primato per l'infiorata allestita per le festività del Corpus Domini è risalente al 1778 in cui vennero allestiti quadri floreali in Via Sforza di Genzano. Altro anno memorabile, quello del 1782: un tappeto enorme di fiori, coprì l'intera via. E’ da questa tradizione che nasce la prassi che in altre località cominciarono ad allestire infiorate in occasione del Corpus Domini, specialmente in Italia centrale e addirittura all'estero. 

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