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La ricrescita infelice

Serena Coppetti, Il Giornale Il Giornale
Pubblicato il 28-03-2020

Vi ricordate quel giochino che si fa con i bambini piccoli? Si picchietta con le dita sopra la testa, poi si apre piano piano la mano simulando l’uovo che si rompe. La bravura sta nell’agire molto lentamente e la sensazione è di avere una cosa liquida che si allarga sulla testa.

Ecco, quella cosa lì adesso sta sulla testa di tutte. E si allunga e si allarga a velocità inversamente proporzionale al tempo ritrovato. È la ricrescita infelice. Ciuffi di bianco. Chiazze di vecchiaia inarginabile. La vedi e la tocchi. E non ci puoi fare un bel nulla. Quisquilie direbbe Totò. E infatti lo sono. Potresti non guardare, fare finta nulla di fronte a quel grigio tenuto a bada con precisi equilibri di colore accuratamente dibattuti col parrucchiere.

Ma è che arriva un punto in cui l’emergenza è troppa. È fuori, è dentro. Poi te la ritrovi che cresce sopra la testa. Riflessa ogni mattina attraverso quei fili bianchi. Quisquilie è vero. Quelle su cui ti concentri per non impazzire. Quelle che tenti di arginare tentando di recuperare una qualche normalità che non c’è. Quelle che ti danno l’illusione di essere pronti a uscire dalla porta perché finalmente, sì ora davvero che va tutto bene. E invece non va bene per niente. E allora un sorriso è uno scacciapensiero che non scaccia niente ma aiuta.

Come questi frammenti di chat tra amiche. (Legenda doverosa: nessuna di loro è parrucchiera).
- (Camilla) Qualcuno mi sa dire che colore dovrei comprare per me? Gianna tu lo sai?
- (Gianna rispondendo a Simona) ... accipicchia manco ti si riconosce, dopo inviaci il risultato
- (Camilla) Emergency. Ripeto. Come-si-fa-a-scegliere-la-tinta-per-i-capelli. Intendo il colore? - (Cristina) Considera che il «6» è biondo scuro. Il «7» è biondo
- (Camilla) È che ricordo che tanto tempo fa mia mamma si faceva il biondo scuro. Ma lei era mora. E risultava bruna
- (Cristina) Comunque al supermercato spesso ci sono le cartelle colore che puoi confrontare con i tuoi capelli?
- (Simona) Stai attenta a non fare come me. Ti ricordi quando mi vennero i capelli viola?
- (Camilla) Al supermercato non sono ancora riuscita ad andare. Code infinite. Proverò in farmacia o in erboristeria. E sabato anche io parrucchiere!
- (Cristina, foto del suo cuoio capelluto a distanza ravvicinata) Questo è tre quarti di «7» un quarto di «6»
- (Camilla) Cristina ma sei tu proprio tu? Cioè sono i tuoi capelli?
- (Cristina) Sì, ma non sono così bionda
- (Camilla) Ecco... io potrei fare metà e metà
- (Cristina) Il «7» è il più chiaro, tu forse potresti fare tutto «7», non è che poi ti schiarisce la tua base... di sicuro ti va a coprire il bianco. Cioè, voglio dire, non è che ti toglie colore... oddio, non credo. Io però utilizzo quelli da parrucchiere, riesco a miscelare un po’ di quello un po’ di quell’altro. Quelli preconfezionati non credo si possano mischiare. Boh... prova... io metto quasi tutto «7» e una punta di «6» così si nota meno la ricrescita anche con una parte di volume al 20, non è più complicato se vuoi ti dico come si fa...
- (Gianna) allora... secondo me dovresti prendere una nuance più chiara del tuo capello. Considera che se la base è castana, il numero «8» ti rende castana chiara. Nel dubbio scegli sempre un grado in più di biondo altrimenti diventi scura. L’«8» è biondo chiaro ma ti posso assicurare che con se aggiungi il «6» più che un castano dorato non diventi.
- (Camilla) Ok. Proverò. Tanto poi, chi mi vede?

Serena Coppetti, Il Giornale


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