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La Festa della Mamma, nata ad Assisi

Redazione Pixabay
Pubblicato il 10-05-2020

La prima "celebrazione" nel 1957, a Tordibetto

Il sorriso, il garbo e il calore di una mamma non hanno eguali. Le donne hanno un altro passo, le mamme ancor di più: nei modi, nell’approccio, nella capacità di governale il focolare domestico. È per questo che in diversi paesi del mondo si celebra la Festa della Mamma. Una festa che, in Italia, cade la seconda domenica di maggio e che trova proprio qui, in una piccola frazione di Assisi, le sue origini.

Dopo un primo tentativo nel 1956 da parte del sindaco di Bordighera Raul Zaccari che organizzò alcuni festeggiamenti, è nel 1957 che don Otello Migliosi, parroco di Tordibetto, decise di celebrare la figura della mamma nel suo significato religioso. Ad ascoltarlo, don Otello, in un’intervista di venti anni fa, la Festa della Mamma, era, in qualche modo, la festa per la “sua” mamma. Era morta quando egli aveva cinque anni, ma quei lineamenti gli erano rimasti impressi e soprattutto gli si era inciso nell’animo un senso religioso della maternità di cui si sarebbe fatto apostolo. Com’egli stesso afferma, la Festa della Mamma non fu un parto solitario della sua fervida mente. Altri, all’estero, ci avevano pensato. Ma altrove – egli commenta – la cosa assunse subito un’aria consumistica. A Tordibetto egli ne fece un obiettivo pastorale. L’obiettivo era proprio quello di evidenziare il valore cristiano della figura simbolo dell’apertura alla vita, sottolineandone al contempo il ruolo sociale, laico dunque. Così sul finire degli anni ’50 la festa fu istituzionalizzata in tutta Italia.

La Festa della Mamma ben risponde, quindi, allo ‘Spirito di Assisi’ di accoglienza, promozione umana, riflessione sulla vita e sulla sacralità dei valori che la connotano. Da allora, nella frazione assisiate, ogni anno ci sono state delle manifestazioni religiose in onore della madre, che hanno dato vita anche al “Parco della Mamma”, visitabile da tutti. Don Otello ci aveva visto giusto, perché valorizzando la mamma ha voluto celebrare le donne, che nel vangelo vengono presentate come coloro che per prime hanno saputo accogliere Gesù e comprenderlo: dalla madre, grande non solo perché ha dato alla luce al Messia, ma perché ha saputo diventare discepola del figlio, a Maria di Magdala, prima testimone e annunciatrice della risurrezione di Cristo.

Eppure questa visione della donna si scontra ogni giorno con i maltrattamenti di mariti nei confronti delle mogli o peggio ancora in casi di uxoricidio che avvengono sotto gli occhi dei figli. Il numero è alto (secondo il Censis in un anno sono state uccise 120 donne, 92 da un partner o familiare). Urge una riflessione sul fatto che la spirale di odio e imbarbarimento dei rapporti travolge i più deboli. Ora poi, in tempo di Coronavirus e di maggiore presenza in casa del partner violento, diverse associazioni hanno lanciato l’allarme sulle difficoltà delle vittime. Per questo ricordare la mamma, celebrarla con una festa a lei dedicata è un modo non solo per valorizzare la vita ma anche per sensibilizzare sul problema dell’odio che, troppo spesso, coinvolge le donne.

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