attualita

La fase 2 della Chiesa: scambiatevi un sorriso di pace

Redazione Ansa - JULIEN WARNAND
Pubblicato il 22-04-2020

Le messe a porte chiuse hanno contribuito a risparmiare migliaia di contagi

Un'anteprima l'ha data monsignor Franco Agnesi durante la messa a porte chiuse in Duomo, in diretta tv. Domenica scorsa, al momento dello scambio della pace, il vicario generale della diocesi ha mostrato il gesto del cuore con le mani: «Mi hanno insegnato a fare così» ha detto e ha suggerito. In alternativa, un sorriso o un inchino.

Come saranno le messe nella «fase 2»? In che modo si potrà di nuovo ricevere la comunione? Riapriranno agli oratori?
Anche la chiesa di Milano vuole dare il suo contributo allo sforzo d'immaginazione collettivo che le istituzioni stanno facendo per la «fase 2». E, per farlo, chiede aiuto a tutti: fedeli, sacerdoti, volontari delle parrocchie. O a chiunque abbia un' idea o una buona prassi da condividere. Per farlo, si può scrivere all' email dedicata fase2@diocesi.milano.it.

Un sunto di queste proposte sarà condiviso con la Prefettura di Milano e inviate anche alla Cei, per un confronto con il governo. «Poiché immaginiamo che questa nuova fase durerà a lungo, desideriamo avviare un dialogo costante con le comunità cristiane e tutto il popolo di Dio, che aiutino l'arcidiocesi a accompagnare la chiesa ambrosiana nell'interpretare questo momento molto particolare con indicazioni pastorali condivise» sottolinea il moderator curiae , monsignor Bruno Marinoni.

Uno sforzo d'immaginazione che, nelle parrocchie e nei consigli pastorali, informalmente è già partito. Don Antonio Fico, coadiutore alla chiesa di Sant'Andrea di via Crema, in porta Romana, immagina una riapertura dell' oratorio con orari riservati per piccoli gruppi di fasce d' età diverse.

«Se guardassi il cuore aprirei immediatamente. La prima cosa che gli adolescenti mi chiedono, quando li chiamo, è se si farà l'oratorio feriale, dove fanno gli animatori - racconta - Io spero di poter fare almeno i campeggi, ma, al di là delle attività estive, un'apertura contingentata e riservata a gruppi penso che si possa fare, mantenendo le misure di sicurezza che saranno decise».

«Le messe a porte chiuse hanno contribuito a risparmiare migliaia di contagi, a salvare vite. È questo ciò che interessa alla chiesa, più che il rispetto delle regole governative» riflette don Alberto Bruzzolo, parroco al Sacro Cuore in Ponte Lambro, a Forlanini. Per le messe immagina di «mettere segni sulle panche per tenere il distanziamento o magari celebrare all'aperto». Anche l'oratorio feriale, se mai si terrà «potrebbe svolgersi a piccoli gruppi, in luoghi diversi. Un po' qui, un po' nei parchi. Magari in qualche altro cortile. Per noi sarebbe vitale, poi, il ritorno del servizio di assistenza sociale curato dalla San Vincenzo. Al momento riusciamo a fare solo la distribuzione dei viveri».

«Come dice Papa Francesco, questa celebrazione senza popolo non è la chiesa. È con lo sguardo, con il sorriso che si crea la comunità. È ora che si parli di fase 2 e che se ne parli presto», sottolinea il parroco di Magenta, don Giuseppe Marinoni. L'anno scorso all'oratorio feriale c' erano mille ragazzi.

«E io, che sono un nerazzurro sfegatato, mi scandalizzo che si pensi di aprire gli stadi e che forse i bambini non potranno giocare nei campetti».

Per la riapertura, immagina anche più messe. «La gente avrà bisogno di ascolto. Noi non siamo solo corpo, siamo anima e psiche, e la chiesa dovrà esserci e dare speranza». Speranza a famiglie in crisi economica: la distribuzione di pacchi alimentari da parte della mensa dei poveri è salita da 30 a 120 al giorno.

«E sono tutti di Magenta», dice il don. (Corriere della Sera)

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA