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L'impegno di Sant'Egidio a Cuba a 5 anni dal viaggio del Papa

Vatican News Pixabay
Pubblicato il 28-09-2020

Coronavirus, difficoltà a reperire cibo e beni di prima necessità sono le urgenze; cresce il volontariato tra i giovani

Cinque anni fa si concludeva il viaggio apostolico di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti. Oggi l’isola caraibica raccoglie i frutti della permanenza del Pontefice in particolare tra i giovani. A sottolinearlo è Rolando Garrido, responsabile della Comunità di Sant'Egidio a Cuba. “Molte strade - afferma - sono state aperte. Francesco è attraente, non solo per il mondo cattolico ma in particolare per il mondo laico. Penso, ad esempio, alla chiamata che ha fatto ai giovani: vivere l'amicizia sociale, cioè collaborare tutti alla costruzione della società, nonostante le differenze di pensiero e di credo”. Da qui l’impegno della Comunità ad aprire spazi di dialogo e incontro con i ragazzi grazie anche alle aperture nate in seguito alla visita di Giovanni Paolo II. 

Rolando Garrido si sofferma anche sull’attualità e sull’emergenza coronavirus che sta riprendendo a Cuba. Al momento sono oltre cinquemila le persone contagiate. Le misure prese per arginare la pandemia hanno, secondo il responsabile di Sant’Egidio, posto una domanda importante per la Chiesa e sull’essere comunità in un momento di emergenza.  “Per la prima volta a Cuba, la messa domenicale - spiega - è stata trasmessa dalla televisione nazionale e sono state aperte le stazioni radio. Anche internet ha giocato un ruolo decisivo, aprendo strade non molto utilizzate e valorizzate per l'evangelizzazione”. 

Secondo Garrido, a Cuba la vera emergenza è “l'accesso al cibo e ai beni di prima necessità, compresi i prodotti per l'igiene”. Durante tutta l'epidemia, spiega, ogni settimana la Comunità di Sant’Egidio ha distribuito più di mille pasti agli anziani soli e ai senzatetto de L'Avana, Holguin e Santiago de Cuba. “Sono state distribuite mascherine, materiale igienico, la necessità di protezione è stata spiegata ai più poveri. Siamo stati l'unico spazio aperto per loro. Una grande novità è che, anche se può sembrare contraddittorio, in questo tempo ci sono molti che sono venuti per aiutare e servire i poveri. Il numero di volontari è cresciuto. Abbiamo incontrato tante persone con il desiderio di aiutare, con la sete di solidarietà e con la speranza di un tempo migliore, più umano e pacifico”.

Ascolta la testimonianza di Rolando Garrido

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