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Il Papa: senza lavoro non si va avanti

Salvatore Cernuzio Ansa- Riccardo Antimiani
Pubblicato il 03-08-2020

Rilanciare il lavoro, famiglie e società non possono andare avanti

«Con l’impegno convergente di tutti i responsabili politici ed economici, si rilanci il lavoro: senza lavoro le famiglie e la società non possono andare avanti». Nel primo Angelus di agosto, mentre c’è gente chiusa in casa impossibilitata a farsi una vacanza dopo aver dato fondo ai propri risparmi durante la pandemia di coronavirus, il Papa lancia un appello alla politica perché si risolva quello che «è e sarà un problema della post-pandemia: la povertà, la mancanza di lavoro». In Italia, nei giorni scorsi, l’Istat ha fatto sapere che è aumentato il numero di persone in cerca di un lavoro, segnalando anche una preoccupante mancanza di occupazione per le fasce più giovani.

«Preghiamo per questo», ha detto il Pontefice ai fedeli riuniti in piazza San Pietro, numerosi nonostante la forte afa romana. «Ci vuole tanta solidarietà, tanta creatività».

Francesco ha poi espresso tutto il suo dolore per l’atto terroristico avvenuto nella notte tra venerdì e sabato nella Cattedrale di Managua, in Nicaragua. Un uomo incappucciato, hanno riferito alcuni testimoni, ha lanciato una bomba molotov nella cappella del Sangue di Cristo all’interno della Cattedrale, provocando un incendio che, tra l’altro, ha bruciato quasi integralmente un crocifisso di circa quattro secoli dinanzi al quale aveva pregato pure Giovanni Paolo II nel ’96. L’incendio è stato domato abbastanza rapidamente e non ha provocato feriti, ma l’attacco ha profondamente scosso la comunità cattolica che subisce da anni una vera e propria persecuzione.

«Penso al popolo di Nicaragua che soffre per l’attentato alla cattedrale di Managua, dove è stata molto danneggiata, quasi distrutta, l’immagine di Cristo che ha accompagnato e sostenuto nei secoli la vita del popolo fedele. Cari fratelli nicaraguensi, vi sono vicino e prego per voi», ha detto Papa Francesco, ribadendo la solidarietà già mostrata lo scorso anno, quando il popolo del Paese centroamericano è stato vittima di una dura repressione da parte del governo di Daniel Ortega sfociata anche in violenze violenze contro rappresentanti religiosi. L’Arcidiocesi di Managua, stigmatizzando questa «azione deplorevole», ha parlato infatti di un «atto premeditato e pianificato», segno dell’«odio» nutrito in Nicaragua nei confronti della Chiesa da parte di alcuni settori della società e della politica. Papa Francesco ha così richiamato l’attenzione mondiale verso un Paese sofferente, invitando tutti, i cristiani in primis, ad avere «compassione». È questo l’atteggiamento che deve avere ogni credente, lo stesso che Gesù ha mostrato davanti a gente che aveva «un problema, una malattia, era senza cibo». «Quando si leggono notizie di guerre, fame, pandemie - ha detto a braccio il Papa durante la sua catechesi prima dell’Angelus - dobbiamo domandarci: ho compassione d quella gente? Ho compassione della gente vicina a me? Sono capace di patire con loro o guardo da un’altra parte? Che “si arrangino”».

Proprio questa espressione, «che si arrangino», «non entra nel vocabolario cristiano», ha rimarcato Jorge Mario Bergoglio. La logica cristiana è quella «di farsi carico dell’altro, di non lavarsene le mani, di non guardare dall’altra parte».

Prima di congedarsi, il Papa ha ricordato la festa del “Perdono di Assisi” che, iniziata ieri, si concluderà oggi a mezzanotte. Si tratta di un’indulgenza plenaria che si può ricevere o può essere destinata ad un defunto accostandosi a Confessione e Eucaristia e visitando una chiesa parrocchiale o francescana, recitando il Credo, il “Padre Nostro” e pregando per il Papa e le sue intenzioni.

«Com’è importante rimettere al centro il perdono di Dio, che “genera paradiso” in noi e intorno a noi!», ha detto Francesco. Infine ha rivolto un pensiero a tutti quanti hanno seguito l’Angelus alla tv o collegati sul web: «Auguro che in questo periodo molti possano vivere qualche giorno di riposo e di contatto con la natura, in cui ricaricare anche la dimensione spirituale».

Per la prima volta, poi, il Papa è intervenuto al 31° Festival dei Giovani a Medjugorje, appuntamento annuale di giovani provenienti da diversi Paesi, inviando un messaggio a tutti i giovani partecipanti tramite il nunzio in Bosnia ed Erzegovina, monsignor Luigi Pezzuto. «L’incontro annuale dei giovani a Međugorje è un tempo ricco di preghiera, di catechesi, di fraternità» che «offre a tutti voi la possibilità di incontrare Gesù Cristo vivo» e «vi aiuta a scoprire un altro modo di vivere, diverso da quello che offre la cultura del provvisorio, secondo la quale nulla può essere definitivo ma conta solo godere il momento presente», ha scritto il Papa nella missiva letta ieri sera. «Non abbiate paura! Cristo vive e vuole che ognuno di voi viva», ha aggiunto, auspicando che «la luce della speranza non si spenga» mai nelle nuove generazioni. (Vatican Insider)

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