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I principali disastri climatici della storia

Antonio Tarallo AFP/PETER CUNLIFFE-JONES
Pubblicato il 23-01-2020

Luoghi, vittime, disastri della 'guerra’ contro Madre Terra

Date e luoghi in un susseguirsi di disastri climatici. Nomi che nella folta storia degli avvenimenti, richiamano alla memoria immagini che vorremmo dimenticare. Ma, purtroppo, sono lì e ci testimoniano come l’emergenza clima sia sempre maggiormente attuale, e - soprattutto - preoccupante. Proviamo, allora, a fare una sintesi di questi avvenimenti. L’elemento che ci sorprenderà di più e la ciclicità di questi disastri, quasi a volerci insegnare che l’Uomo non riesca a vivere la propria condizione di abitante della Terra.

Iniziamo con il disastro della Deepwater Horizon che rimane, nella storia, solo secondo all’incidente nucleare di Chernobyl. La La Deepwater Horizon era una piattaforma semisommergibile di perforazione di proprietà della Transocean, una società di servizi per il mondo petrolifero, sotto contratto con la compagnia inglese British Petroleum. Era il 20 aprile 2010, quando durante le fasi finali di realizzazione di un pozzo nelle acque profonde del Golfo del Messico, si verificò un'esplosione che provocò un tremendo incendio che innescò un'immensa fuoriuscita di idrocarburi dal fondale marino, portando gravissime conseguenze ambientali nel Golfo del Messico, particolarmente per le coste della Louisiana. In seguito all'esplosione, 115 dei 126 uomini a bordo sono riusciti ad evacuare l'impianto (17 di loro hanno riportato ferite), mentre 11 (contati come dispersi e non più ritrovati, nonostante tre giorni di pattugliamento dell'area, da parte della guardia costiera) sono deceduti. Nonostante gli sforzi profusi dei soccorritori per spegnere l'incendio, è risultato impossibile domare le fiamme e il 22 aprile 2010 la struttura della Deepwater Horizon è collassata, mentre una seconda esplosione ne ha causato l'affondamento. La piattaforma giace ora a circa 1500 metri di profondità.

Altra terra, altro disastro: Bhopal, in India. Il disastro di Bhopal avvenne il 3 dicembre 1984 nella città indiana di Bhopal a causa della fuoriuscita di 40 tonnellate di isocianato di metile (MIC), dallo stabilimento della Union Carbide India Limited (UCIL), consociata della multinazionale statunitense Union Carbide specializzata nella produzione di fitofarmaci. La nube formatasi in seguito al rilascio di isocianato di metile, iniziato poco dopo la mezzanotte del 3 dicembre 1984, uccise in poco tempo 2.259 persone e avvelenò decine di migliaia di altre. Il governo del Madhya Pradesh ha confermato un totale di 3.787 morti direttamente correlate all'evento, ma stime di agenzie governative arrivano a 15.000 vittime.

In Africa un altro disastro ambientale. E’ il caso della perdita di petrolio pressoché ininterrotta in corso dagli anni Sessanta nel delta del Niger. Dati di Foreign Policy, seppur approssimativi a causa delle scarse rilevazioni effettuate, parlano di 546 milioni di galloni di petrolio dispersi dall’inizio delle estrazioni, equivalenti a un disastro dell’entità dell’Exxon Valdez, la perdita di petrolio più grave nella storia americana fino al 2010 prima della Deepwater Horizon.

Ma i numeri continuano, inesorabilmente. Anno 1978: il 16 Marzo 1978 la petroliera di bandiera liberiana Amoco Cadiz, un supertanker da 234.000 tonnellate, affittato dalla compagnia statunitense Amoco, filiale della Standard Oil, andò alla deriva al largo delle coste bretoni, proprio davanti al borgo di Portsall, rilasciando in mare circa 230.000 tonnellate di greggio.

1988: il 6 Luglio, un’esplosione nella piattaforma petrolifera Piper Alpha della Occidental Petroleum Ltd. e della Texaco nel Mare del Nord, a circa 190 km dalle coste scozzesi, causò la morte di 167 lavoratori nella piattaforma e perdite di greggio non stimabili per entità.

1989: il 24 marzo la petroliera americana Exxon Valdez si incagliò in una scogliera dello stretto di Prince William, un’insenatura del golfo di Alaska, disperdendo in mare 40,9 milioni di litri di greggio. L’incidente della Exxon Valdez contaminò 1,300 miglia di coste in Alaska. Le conseguenze della perdita a quasi 30 anni di distanza sono ancora visibili, con petrolio presente in diversi tratti nonostante anni di operazioni di bonifica e alterazioni permanenti all’ecosistema.

1991: in occasione della prima Guerra del Golfo, l’esercito iracheno diede fuoco a circa 650 pozzi di petrolio in Kuwait per prevenire un’azione militare via terra della coalizione capitanata dagli americani, con circa un milione di tonnellate di greggio disperse nell’ambiente e pozzi in fiamme per diverse settimane.

Questi, solo alcuni degli avvenimenti storici che ci fanno riflettere su quanto il nostro clima sia realmente in pericolo.

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