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GIUBILEO DELLA MISERICORDIA, IN MARCIA CON SAN FRANCESCO

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il 2016 è anche il primo Anno Nazionale dei Cammini e dopo Roma sarà l’Umbria il territorio più coinvolto

Il Giubileo è cominciato e molti pellegrini si avvicineranno a Roma attraverso la ricca rete di sentieri nella natura che toccano i luoghi sacri del nostro paese. Il 2016 è anche il primo Anno Nazionale dei Cammini e dopo Roma sarà l’Umbria il territorio più coinvolto, perché il percorso che parte dal Santuario della Verna (Arezzo) a nord di Assisi e raggiunge la Capitale ricalca il viaggio del 1210 che San Francesco fece per ottenere dal Papa Innocenzo III l’approvazione della regola monastica.

La “Via di Francesco” precisa il vescovo di Perugia Paolo Giulietti, camminatore e autore di guide (La Guida di Francesco di Paolo Giulietti e Gianluigi Bettin, ed. San Paolo), non è una meta solo frutto di devozione come la tomba di San Giacomo a Santiago di Campostela, ma emana spiritualità da ogni sentiero calcato dal Santo di Assisi. Ed è tuttavia un Cammino vero che si snoda per 484 chilometri lungo Umbria, Toscana e Lazio e forti dislivelli collinari. L’Umbria, testimone dell’intera vita di Francesco, ha saputo cogliere le necessità del nuovo misticismo più laico, il pellegrino oggi si muove con familiari e piccoli animali al seguito, è cicloturista, appassionato d’arte, è ambientalista, ecologista, desideroso di meditazione e benessere.

La risposta del territorio è puntuale: la pianificazione del cammino (impensabile non identificare mete e tappe, punti d’acqua e ristoro) è agevolata dalla Regione e da Sviluppumbria con siti web e i canali social dedicati. Il supporto agli aspetti turistici è fornito invece dal consorzio Umbria Francesco’s Ways, attraverso il quale si prenotano ostelli e hotel, i trasferimenti di bagagli e bici e si organizzano spostamenti personalizzati (l’app con la mappa dei cammini e relative strutture ricettive è in uscita). La Via di Francesco può essere impegnativa, con tappe che durano tre giorni, una settimana, o anche due o più. Fondamentale durante e alla fine di ogni tappa, il ristoro.

Sul sito umbriafrancescosways.eu “il Menu del Pellegrino” è la novità lanciata per il Giubileo, l’idea è del paniere enogastronomico umbro ma etico, bio e a km 0. Si tratta di un progetto appena attivato, basato su prodotti e ricette tradizionali frutto di una ricerca antropologica sull’alimentazione del 1300, i cui esiti sono stati attualizzati anche in chiave nutrizionale. Il capitolato degli ingredienti offre numerose scoperte: i formaggi caprini e ovini e il bovino Roccaccio, invecchiato due anni e scorta energetica lungo il Medioevo, i tartufi bianchi e neri di Norcia, le lenticchie di Castelluccio inattaccabili dagli insetti e naturalmente bio; il farro, la cicerchia, lo zafferano e la patata di Colfiorito, l’olio e il sedano nero di Trevi; la fagiolina del Trasimeno; i vini di Montefalco, il Ciliegiolo di Narni, il pollame e la chianina di Collazzone, le confetture della valle del Tevere presso Todi. A questo punto ecco alcune tappe irrinunciabili, secondo con Fabrizio Ardito, autore del Taccuino di Francesco per il Touring Club Italiano.

Se si affronta il Cammino in inverno meglio la via del Sud, dal clima dolce, da Greccio ad Assisi via Monteluco-Spello-Spoleto(8 giorni): da Greccio, dove Francesco allestì il primo presepe vivente nel 1223, proseguire per i Monasteri Francescani e per la valle Santa di Rieti, a Poggio Bustone s’incontra il faggio di San Francesco, capolavoro arboreo; il lago di Piediluco è quello che ha affascinato i viaggiatori del Grand Tour; il Santuario di Monteluco è in un bosco “fatato” e sacro già in epoca romana. Infine, via verso gli Eremi Siriani ingresso a Spoleto dal ponte delle Torri. Passando per Poreta c’è un emporio-tabacchi anni Trenta dove Mamma Rosa ristora i pellegrini con le uova del suo pollaio. La direttrice Nord ”primaverile” per la presenza di passi e valichi oltre i 1.000 metri: il Santuario della Verna, in Toscana, dove Francesco ricevette le stimmate, poi il Convento di Montecasale e la Madonna di Donatello, a Citerna, sulla valle del Tevere, e Gubbio. (Magda Mutti - Repubblica)

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