Foibe: Mattarella-Pahor, mano nella mano per un minuto
Per la prima volta un rappresentante della ex Jugoslavia rende omaggio ai morti sul Carso
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è a Villa Opicina (Trieste) con il presidente della Slovenia, Borut Pahor. Un incontro sul sentiero della riconciliazione. È la prima volta che il presidente di uno degli Stati nati dalla disgregazione della Jugoslavia rende omaggio alle vittime italiane della dittatura di Tito. I due Capi di Stato si sono recati alla Foiba di Basovizza, dove un numero imprecisato di italiani trovò la morte nel 1945, ucciso dai titini, e al monumento che ricorda il sacrificio di quattro antifascisti sloveni, fucilati dal regime di Mussolini nel 1930 (qui 10 cose da sapere sulle Foibe). Ferdo Bidovec, Fran Marusic, Zvonimir Milos e Alojz Valencic avevano tra i 22 e i 34 anni e facevano parte di un gruppo clandestino collegato al Tigr; erano stati riconosciuti colpevoli anche di un attentato contro il quotidiano fascista locale «Il Popolo di Trieste», in cui era morto un redattore, Guido Neri. I quattro giustiziati sono nel tempo divenuti simbolo della resistenza delle minoranze slave al fascismo. I due presidenti hanno osservato un minuto di silenzio dandosi la mano.
«Italiani e sloveni guardano al futuro»
Quindi, alla Prefettura di Trieste, i due hanno firmato un memorandum d’intesa per la restituzione alla comunità slovena in Italia del Narodni Dom, la casa del popolo data alle fiamme dai fascisti il 13 luglio di cento anni fa. «La storia non si cancella e il dolore non si dimentica. O si coltiva il rancore o se ne fa patrimonio comune nel ricordo e nel rispetto, coltivando un'amicizia comune. Sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada rivolta verso il futuro», ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Oggi qui a trieste con la presenza dell'amico presidente Borut Pahor segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine, e che rendono queste aree di confine preziose per la vita d'Europa», ha poi aggiunto.
Il riconoscimento a Boris Pahor
Mattarella e Pahor consegneranno, poi, le più alte onorificenze dei due Paesi allo scrittore sloveno naturalizzato italiano Boris Pahor, 107 anni il prossimo 26 agosto, testimone dell’incendio del Narodni dom (esperienza che lo segnò per tutta la vita, affiorando spesso nei suoi romanzi e racconti, ndr), prigioniero nei campi di concentramento nazisti e inviso alla dittatura di Tito per i suoi libri sulla tragedia delle Foibe.
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