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Erri De Luca: il razzismo si rivolge contro chi non si sa difendere

Redazione
Pubblicato il 03-05-2019

"un uso strumentale della forza pubblica per mettere in pratica rappresaglie contro l’integrazione che funziona"

Abbiamo intervistato Erri De Luca, il primo maggio, a margine della sua visita al centro di accoglienza Mondo Migliore. Lo scrittore ha incontrato i migranti accolti e gli operatori della cooperativa Auxilium.

A un mese circa dalle elezioni europee del 26 maggio, la Spagna ha votato per il suo parlamento: si è affermato il Partito socialista (che non ha comunque la maggioranza) ma è entrato per la prima volta Vox, il partito populista e di estrema destra, che ha ottenuto il 10 per cento. Quale dei due risultati è più significativo per lei?

Certamente il voto apripista della Spagna a favore dell’Europa è una smentita dei nazionalismi. Esistono e valgono probabilmente un terzo dell’elettorato, come in Francia e in Italia, ma sono zavorra della storia e non primizia. Non si tornerà alle frontiere interne, la direzione è quella di una maggiore unità europea.

Commentando i risultati delle elezioni spagnole, Massimo Cacciari ha detto che la sinistra vive e che le forze dell'antipolitica non sanno governare. E' d'accordo con Cacciari e pensa che in Italia verranno presto al pettine i nodi dell'alleanza fra Lega e Cinque stelle?

Non chiamo governo né alleanza la spartizione di ministeri tra due formazioni in tutto opposte e che così si sono presentate nella campagna elettorale. Hanno dato corpo a un esecutivo di autopposizione, in concorrenza conducendo una continua campagna elettorale e in contrasto su qualunque atto pubblico, perfino sul Venezuela. Il loro tornaconto sarebbe di continuare a oltranza a tirarsi pesci in faccia restando al potere.

In italia, negli ultimi giorni, si sono verificati alcuni fatti gravi ad opera di nostalgici del fascismo: lo striscione dei tifosi della Lazio a Milano, i saluti romani a Predappio. Ma in molti non si sono accorti o hanno fatto finta di non accorgersi. E' in atto, le chiedo, una banalizzazione del fascismo in Italia?

Il fascismo era squadrista e voleva prevalere con la propria forza di parte. Qui e ora ci sono velleità nostalgiche che sono fuori legge e vengono lasciate correre da un ministro degli Interni che non fa il suo dovere, ma il suo piacere. Più serio è il caso di aggressioni di bande di piccoli vigliacchi in dieci contro uno perché di pelle scura. Il razzismo si rivolge contro chi non si sa difendere. Già questo basterebbe a squalificarlo. In ogni caso va perseguito anche questo a termini di legge.

Elezioni europee: i sondaggi danno populisti e sovranisti in vantaggio. Salvini in Italia, la Le Pen in Francia, adesso Vox in Spagna, e altri movimenti di destra in Danimarca, in Germania, partono da un elemento comune: frontiere chiuse ai migranti. E ottengono consensi. Le chiedo: è molto difficile invertire questa tendenza?

Non credo e neanche voglio credere che i nazionalismi avranno maggioranza nel prossimo Parlamento Europeo. Non avrebbero neanche un governo in Italia se una formazione con il 32 percento dei consensi elettorali non avesse regalato la metà del potere a una formazione del 17 percento. La destra in Italia ha cambiato preferenze al suo interno, svuotando un bacino moderato a vantaggio di una componente più becera. Il voto europeo ha però sul piano interno il valore di un sondaggio, non modifica maggioranze nei singoli Parlamenti.

A proposito dei migranti, anche lei avrà assistito alle scene televisive dell'operazione di polizia che ha portato al trasferimento di alcune centinai di migranti dal Cara di Castelnuovo di Porto. Cosa ha pensato?

Si è trattato di un atto di criminalità realizzato per via di legalità formale, un deliberato intralcio alla vita di comunità che stanno bene insieme scambiandosi convenienze reciproche. Impotente sui porti che ovviamente non sono affatto chiusi e anche sulle espulsioni verso paesi di origine, il titolare della forza pubblica la usa per mettere in pratica rappresaglie contro l’integrazione che funziona.

C'è un ruolo più forte, più incisivo che gli intellettuali italiani possono giocare contro la propagazione dell'odio nei confronti degli stranieri, dei migranti, visti come un pericolo per la comunità italiana?

Il ruolo di chi ha per sua attività l’ambito della parola è di proteggere il vocabolario pubblico dalle falsificazioni, da parole a vanvera ma nocive come invasioni, ondate, da istigazioni all’odio civile. Poi è quello di stare fisicamente dove si commettono abusi a danno degli indifesi

Un giudizio sulla sua visita a Mondo Migliore il primo maggio. Cosa ha provato nell’incontro con i migranti accolti e con gli operatori?

Ho visto all’opera il verbo ricevere, che per sua natura è reciproco. Ho lasciato scritto un verso di Marina Zvetaeva: solo in cima all’entusiasmo l’essere umano vede il mondo esattamente. Il primo di maggio di quest’anno presso la comunità Mondo Migliore ho visto il mondo esattamente.

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