attualita

EREMO DEL CERBAIOLO

Redazione
Pubblicato il 05-07-2017

La forza della fede nei luoghi più ostili

Di Marco Martellini

L’Eremo di Cerbaiolo sorge nella località omonima di Pieve Santo Stefano. Situato a 861 metri sul livello del mare è la straordinaria testimonianza di come l’insediamento religioso possa raggiungere luoghi impervi e ostili per l’uomo. Fra i monasteri che si affacciano sul versante tiberino è quello costruito ad altitudine maggiore, a strapiombo sulla costa e circondato da una natura ricca di sentieri e passaggi nascosti all’occhio umano. L’eremo nasce nel VIII sec. come monastero benedettino e dal 1216 (anno in cui venne donato a San Francesco) al 1783 fu abitato da frati francescani; in seguito, dopo un ordine del Granduca di Toscana i frati si spostarono nel convento della Madonna dei Lumi a Pieve Santo Stefano, dal 1786 l’eremo diventa una parrocchia.

Non vi sono prove a testimoniare la presenza di San Francesco nell’eremo, sappiamo però con certezza che vi soggiornò Sant’ Antonio e ancora oggi è possibile individuare il luogo dove si ritirava in preghiera. L’attuale chiesa, ricostruita nel 1524, è dedicata al santo padovano così come la cappella: un edificio a torre del 1716 con il fianco occidentale che si erge sulla nuda roccia.

La chiesa (che si articola attorno ad un chiostro seicentesco con grossi pilastri ed archi depressi) presenta invece, delle eleganti forme rinascimentali, portali settecentesche, un abside poligonale e tre altari in pietra. Nel 1721 viene realizzato il coretto, inoltre internamente si possono ammirare alcuni affreschi del pittore Stefano Camaiti di Sansepolcro. Nel complesso l’eremo presenta uno stile semplice ed elegante che colpisce  soprattutto per il panorama che offre alla vista del visitatore.

L’eremo di Cerbaiolo subì pesanti danni nel 1944 a causa della Seconda Guerra Mondiale, fu luogo di vari scontri tra i partigiani locali e le truppe naziste che cercano, invano, di impadronirsene per usare il sito come base di operazione. La restaurazione ebbe inizio nel 1955 e seguitò nel 1968, si deve il merito ad un eremita della Piccola Compagnia di Santa Elisabetta, Chiara Barboni, morta nel 2010.

Dalla morte di Chiara, l’eremo è occupato da un asceta che ha deciso di vivere in meditazione, evitando contatti con i vari pellegrini che vanno a visitare il luogo.

 

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA