Le visite dei pontefici
Il ricordo e la preghiera dei frati all'amico e fratello Pietro
Si è spento nella sua casa, tra l’affetto dei suoi familiari, Pietro Crocchioni fotoreporter attento e sensibile che ha raccontato il mondo e la sua Umbria attraverso la macchina fotografica. Professionalità e competenza sono ancora oggi un punto di riferimento per tantissimi giornalisti.
Ricordiamo il suo scatto, tra i più importanti a livello internazionale, all'allora Segretario del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer, mentre pranza con i frati del Sacro Convento di Assisi. Una foto che nel 1983 fece il giro del mondo.
Con emozione ricordo quando, per la visita di Papa Francesco nel 2013, insieme ad altri fotografi umbri venne in redazione all'una di notte per un caffè e per scambiare le impressioni e le ultime notizie sul lavoro che ci avrebbe atteso l'indomani... Fu davvero una bella sorpresa e un'ulteriore conferma della sua sensibilità.
I frati del Sacro Convento di Assisi lo ricorderanno sulla tomba di San Francesco, il Santo cui era particolarmente legato.

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Nel libro di padre Enzo Fortunato "Vado da Francesco" (edizioni Mondadori) viene ricordato il giorno in cui Enrico Berlinguer fece visita al Sacro Convento di Assisi, giorno in cui la foto di Crocchioni fece il giro del mondo ecco a voi un estratto:
«Il giorno dopo, quella foto con me e Berlinguer nel refettorio del Sacro Convento di Assisi fu sulle prime pagine dei giornali, e non solo di quelli italiani. Per oltre un mese si parlò e si scrisse di quell’incontro, dipingendo me come Francesco d’Assisi e Berlinguer come il lupo cattivo di Gubbio. Un’esagerazione!» Sorride padre Vincenzo Coli, ricordando quell’evento. La sua memoria è forte e non dimentica alcun dettaglio, né alcuna parola, dello storico incontro – che larga eco ebbe sui media – avuto l’8 ottobre 1983 con il segretario del Partito comunista italiano.
Padre Coli, che è stato Custode del Sacro Convento d’Assisi per due lunghi mandati (il primo di nove anni, il secondo di otto), mi parla con quella amabilità francescana che è la cifra della sua vita e assieme lo spirito profondo del francescanesimo.
Nel 1983 io avevo 17 anni, e non era ancora giunto il momento delle scelte che ti cambiano per sempre. Così ho chiesto a padre Coli di raccontarmi quella giornata.
Come nacque l’incontro?
Mi chiamarono dalla segreteria del Pci umbro. Mi dissero che il Pci nazionale aveva organizzato per il 9 ottobre una Marcia della pace da Santa Maria degli Angeli ad Assisi, alla quale sarebbe stato presente il segretario Enrico Berlinguer. Mi chiesero se fossi disponibile a incontrare Berlinguer il giorno prima di quella marcia. Io dissi di sì.
Ti consultasti con qualcuno? Voglio dire, ne parlasti, per esempio, con qualcuno al Vaticano?
No. Non mi posi il problema, se problema era (per me non lo era). Decisi in autonomia, cercando soltanto di rispondere al mio essere francescano. Mi immersi, cioè, in quello spirito di accoglienza che guidava e guida la mia fede e, in quel momento, la responsabilità di Custode del Sacro Convento. Questa mia profonda convinzione rafforzò la mia decisione. Fra l’altro, proprio nei giorni precedenti l’incontro, mi ero permesso di rivolgere un accorato appello pubblico al presidente degli Usa, Ronald Reagan, e al leader sovietico, Yuri Andropov, di fare ogni sforzo possibile per la conquista della pace, proponendo ai due anche un incontro qui ad Assisi. Ti ricordo che all’inizio degli anni Ottanta c’era una forte preoccupazione per la pace nel mondo, e si assisteva a una corsa al riarmo nucleare da una parte e dall’altra della cortina di ferro che non prometteva niente di buono.
Non ci fu, dunque, nessuna telefonata?
Non ebbi, ripeto, telefonate d’Oltre Tevere per mettermi in guardia sull’incontro. Ricevetti invece numerose telefonate da dirigenti del Pci umbro nei giorni precedenti che mi chiedevano se fosse tutto confermato. Come se temessero un possibile annullamento dell’appuntamento. Io li rassicurai.
Il segretario del Pci arrivò così al Sacro Convento.
Berlinguer era accompagnato da alcuni esponenti del partito, uno dei quali, mi ricordo, era il presidente della Regione Umbria, Germano Marri. Ci fermammo a parlare in quella saletta all’interno del Convento, appena varcato il cancello, che chiamiamo «parlatorio» e che di solito viene utilizzata per gli incontri con gli ospiti e i pellegrini.
Come si svolse il colloquio?
Berlinguer espresse subito le preoccupazioni che aveva per la situazione internazionale, e disse che aveva apprezzato molto il nostro appello ai leader degli Stati Uniti d’America e dell’Unione Sovietica. Io gli risposi dicendo che ognuno nel suo campo deve fare il possibile per conquistare la pace.
Quanto durò l’incontro?
Circa un’ora. Gran parte del colloquio venne poi dedicato ad Assisi e a san Francesco. Berlinguer parlò di Assisi come centro della cristianità francescana e punto di riferimento per le forze e le idee di pace e giustizia nel mondo. Era preparato anche sulla vita e la testimonianza del Santo, ricordando il famoso episodio dell’incontro di Francesco con il sultano d’Egitto per predicare, come disse Berlinguer, la pace in nome di Cristo e degli uomini. Era la sua lettura di quell’evento e di quella che chiamò la «follia» – questo il termine che usò – di Francesco: per il segretario del Pci, nel Santo d’Assisi c’era la contestazione radicale e intransigente della guerra, della violenza, e al tempo stesso l’affermazione del primato della pace e della ricerca del dialogo e dell’accordo con tutti gli uomini di buona volontà...
Poi giunse il momento del pranzo nel refettorio.
L’incontro stava per concludersi. Io stavo dicendo che era stato un colloquio utile per capirsi e per vedere se c’era la possibilità di fare un percorso insieme. Questo, ricordai al segretario del Pci, è il nostro essere francescani sulle strade del mondo. Fu proprio allora che risuonò, quasi inattesa, la campanella che annunciava il pranzo. Dissi: «È l’ora del pranzo», e mi venne spontaneo invitare Berlinguer al nostro desco. Ci fu in lui un attimo di esitazione, seguito da uno scambio di sguardi con Marri, poi accolse l’invito...
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