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Coronavirus, all'inferno e ritorno aggrappato a San Francesco - LA STORIA

ROBERTO OLIGERI ANSA - MATTEO BAZZI
Pubblicato il 23-03-2020

Il drammatico racconto di un imprenditore di Fivizzano, a casa dopo un mese di terrore

«Grazie ai medici dell' ospedale ho sconfitto il mostro. A darmi forza la famiglia ed "il cantico delle creature'. Appena ha capito che ne stava venendo fuori dal coronavirus, Andrea, un imprenditore di mezz' età residente in una frazione di Fivizzano , ha contattato il cronista per raccontare la sua storia.

Come mai, Andrea, questa decisione quando era ancora in isolamento?
«Ho avuto il suo telefono da un amico comune, sentivo la necessità di gridare al mondo che ce l' avevo fatta. Nella vita normale quante volte si è soliti esclamare 'Bisognerebbe nascere due volte' . Ecco, io sto muovendo i primi passi nella mia seconda vita;ed è un' emozione indescrivibile».

Può raccontarci cosa le è accaduto?
«Il mio calvario è iniziato oltre un mese fa: all' inizio sembrava una classica influenza, per alcuni giorni sono rimasto a casa, poi nonostante le cure, le cose invece di migliorare si mettevano al peggio. All' Ospedale di Fivizzano, fatte le lastre ai polmoni, è saltato fuori che per me la situazione era messa male. Sono stato ricoverato con una broncopolmonite in atto e altre problematiche. Vorrei spiegarmi: non eravamo ancora in piena emergenza coronavirus, in quel momento si pensava riguardasse allora solo altre realtà. Poi mi hanno fatto i tamponi: ero contagiato dal covid-19!

» E poi cosa è successo?
«Mi è precipitato il mondo addosso: la famiglia è stata messa subito in quarantena ed il mio pensiero è corso a mia moglie, ai miei due figli di cui uno piccolo. Volevano trasferirmi in un centro più grande, ma io ho tenuto duro e ho firmato per restare a Fivizzano: qui, conosco tutti,mi sono detto, mi sento ancora a casa, non volevo andare nell' ospedale di un' altra città».

Qual è stato il decorso della malattia?
«Sono stato oltre 25 giorni in isolamento: un supplizio infernale, il mio timore era quello che l' indomani non mi sarei più risvegliato. La mente correva allora ai figli, a mia moglie: cosa sarebbe potuto succedergli senza di me? E pensavo ai miei dipendenti con l' attività chiusa. Un supplizio che mi faceva delirare. Ho avuto la fortuna che i medici del reparto medicina, caparbiamente, si sono ostinati a salvarmi Gente magnifica, umana: i medici, il primario, gli infermieri. Ho visto la morte in faccia!

» Che volto aveva, il virus, Andrea?
«Quello di un brutto mostro! Un mostro che mi ha devastato, una malattia invisibile che ti toglie ogni forza e t' uccide in poco tempo. Certa gente, tanti giovani prendono sotto gamba questa emergenza, ma non c' è veramente nulla da scherzare, perché basta un' imprudenza e la morte è dietro l' angolo».

Adesso è rientrato a casa, come si sente?
«Sì, sono appena tornato, è la prima notte che ho potuto riposare nel mio letto, dopo oltre un mese di grandi sofferenze; mi sento ancora molto debole; del resto per l' Ufficio Igiene dell' Asl io risulto guarito dal coronavirus ad ogni effetto. Ho però deciso autonomamente per rispetto di chi mi circonda di restare in quarantena ancora per due settimane».

Nella sua battaglia contro il virus,cosa le ha dato la forza per resistere?
«La mia famiglia, assolutamente. Nel dormiveglia, mi appariva mia moglie, i miei figli ed io fantasticavo sui progetti futuri che vorrei realizzare con loro. Dico in tutta sincerità che i miei cari, mi sono mancati molto. Inoltre un formidabile aiuto spirituale l' ho avuto grazie ad un ricordo scolastico, di quando ero al liceo: parlo del 'Cantico delle Creature' di San Francesco d' Assisi. Parla delle bellezze dell' Universo, dell' acqua e dell' aria pura... Ed io sognavo di quando ragazzino facevo il bagno nell' Aulella o salivo in montagna sul Sagro e mi abbeveravo alle sorgenti. Il Cantico delle Creature, mi ha salvato da questo baratro dov' ero precipitato: consiglio a tutti di leggerlo perché è un autentico Inno alla Vita!». (La Nazione Massa Carrara)

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