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Clarisse di Mola, in servizio per Francesco con docilità di spirito e fraterna concordia

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 30-11--0001

La presenza delle Sorelle Povere a Mola di Bari risale a più di trecento anni fa. Infatti il 10 ottobre 1677 due monache lasciarono il Monastero di S. Eligio in Modugno per venire a fondare il Monastero di Mola

A Mola di Bari le Clarisse sono una piccola istituzione. Nei giorni scorsi, il gruppo delle monache legate a Santa Chiara ha rinnovato le responsabili della fraternità. «Nella docilità allo Spirito e in un clima di fraterna concordia, abbiamo scelto le sorelle che nel prossimo triennio svolgeranno il servizio di guida e (ri)animazione della comunità», evidenziano le Clarisse.

LE TRE "GUIDE"

Le "guide" sono Sr. Chiara Angelica De Marco, Abbadessa, Sr. M. Lucia Banca, Vicaria, Sr. Chiara Crocifissa De Palma. «Ci affidiamo alla vostra preghiera - aggiungono le religiose - per continuare a vivere nella gioia e nella speranza, in santa unità e scambievole carità la vita che ci viene incontro, perché il nostro uomo esteriore si rinnovi di giorno in giorno».

TRECENTO ANNI DI STORIA

La presenza delle Sorelle Povere a Mola di Bari risale a più di trecento anni fa. Infatti il 10 ottobre 1677 due monache lasciarono il Monastero di S. Eligio in Modugno per venire a fondare il Monastero di Mola. La prima dimora delle Figlie di Santa Chiara sorgeva nei pressi del Porto ed ebbe vita penosa e difficile, poiché tra le altre calamità, una terribile bufera si abbatté sulla città, distruggendo parte del monastero.

DAL RICAMO ALLE OSTIE

Da allora l'esodo delle Clarisse, da un luogo all'alto della cittadina barese, proseguì fino al 1945 quando il 10 maggio di quell'anno si ottenne il riconoscimento giuridico del Monastero. Tra le attività che nel corso dei decenni ha ospitato il Monastero: un laboratorio di ricamo e una Scuola materna; la confezione delle ostie ed altri lavori «decorosi e di comune utilità che non estinguano lo spirito della santa orazione e devozione», come la realizzazione di icone, di lavoretti in legno e vetro, la decorazione dei ceri pasquali.

VIVERE NELLA POVERTA' FRANCESCANA

La dimensione fraterna è un elemento essenziale della forma di vita delle Clarisse: «accogliendo ogni Sorella come dono di Dio, sperimentiamo nella concretezza della vita fraterna quella comunione d’amore, che ha la sua sorgente nella vita trinitaria». La povertà francescana «è essenzialmente quella espropriazione che imita l’annientamento di Cristo ed ha lo scopo di liberare il nostro cuore da ogni attaccamento alle cose terrene, rendendoci pienamente disponibili ad accogliere, nella contemplazione, Cristo».

LUOGO PRIVILEGIATO D'INCONTRO CON DIO

Il nostro di essere vicine ai fratelli è dunque, «prima di tutto l’amore, che, unendoci spiritualmente ad ogni uomo, ci rende presenti al mondo e ci pone nel cuore della Chiesa con una misteriosa fecondità apostolica». La comunità di Mola è quindi «un luogo privilegiato d’incontro con Dio, offrendo generosamente accoglienza e accompagnamento spirituale a chi è assetato di Dio e desidera incontrarlo nel silenzio e nella solitudine».

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