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Bassetti: rispettiamo le limitazioni per il bene di tutti

Giacomo Gambassi Ansa - Gianluigi Basilietti
Pubblicato il 26-05-2020

L'altare sotto un gazebo. Le sedie sistemate in piazza

L'altare sotto un gazebo. Le sedie sistemate in piazza. Ma c è anche chi non trova posto a sedere e rimane in piedi fra gli alberi pur di partecipare alla celebrazione.

Nella prima domenica delle Messe "ritrovate" il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, sceglie una piazza per la liturgia della solennità dell' Ascensione: quella intitolata a Giacomo Matteotti nel cuore di Città della Pieve, vicino al Santuario della Madonna di Fatima. Rito all' aperto, quindi, come accade in molte parrocchie d' Italia per rispettare le disposizioni sulle celebrazioni "sicure" al tempo del coronavirus e anche per evitare che qualcuno sia costretto a tornare a casa, visto che la capienza delle chiese si riduce drasticamente per garantire il distanziamento anti-Covid.

«Che gioia rivedervi fratelli e sorelle», dice il presidente della Cei all' inizio della Messa. I fedeli sono un centinaio.

Intorno al gazebo i gonfaloni delle Confraternite cittadine e dei Terzieri. «Immagino che per voi sia un' emozione grande partecipare di nuovo all' Eucaristia. Ma lo è anche per me - confida il cardinale -.

Perché in questi mesi ho sentito la mancanza della mia gente. Come voi avete bisogno dei vostri pastori, così noi abbiamo bisogno del nostro popolo perché la Chiesa è il popolo santo di Dio». Di fronte Bassetti vede solo gli occhi di chi partecipa: le mascherine coprono il resto del volto.

Qualcuno indossa i guanti.

«Occorre rispettare la persona. E la salute fa parte della persona - avverte il cardinale -: per questo, durante le Messe che riprendiamo a celebrare, dovremo tenere conto di alcuni accorgimenti. Ma stiamo certi che il Signore è sempre in mezzo a noi. E adesso lo potete incontrare di nuovo anche nell' Eucaristia».

Sentito il ringraziamento che il presidente della Cei rivolge a chi è stato in prima linea nella fase acuta dell' emergenza. «Benedetti siano i medici, gli infermieri e tutto il personale e i volontari della protezione civile che tanto si sono spesi», afferma. E al termine, prima della benedizione finale, il cardinale racconta di aver incontrato «recentemente il Papa che ha raccomandato a noi pastori di essere attenti sia ai beni spirituali della nostra gente sia alla loro salute. Allora vi chiedo di continuare con lo stile odierno che contempla alcune regole ma ci permette di tornare ad ascoltare dal vivo la Parola di Dio e a nutrirci del Corpo del Signore». Soddisfatto il parroco don Simone Sorbaioli che pone l' accento sulla «compostezza della celebrazione avendo rispettato tutte le disposizioni». (Avvenire)

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