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Aiutavamo gli altri ma ora i poveri siamo diventati noi

MASSIMO CALANDRI E ERICA MANNA Ansa - ANGELO CARCONI
Pubblicato il 04-05-2020

Silvia e il marito, volontari di Sant'Egidio, sono rimasti senza lavoro

Davano una mano ai più poveri, a quelli senza futuro. Sono passati 2 mesi, un' altra vita. Adesso sono loro, a tendere una mano in cerca di un po' di aiuto per pagare le bollette, parte dell' affitto, la spesa di tutti i giorni. «Ero una volontaria della Comunità di Sant' Egidio.

Mi è sempre piaciuto sentirmi utile, solidale». Silvia ha 52 anni. Fino a metà marzo lavorava nel capoluogo ligure come operatrice socio sanitaria: «Sono una che si affeziona alle persone, soprattutto agli anziani: non mi sembrava giusto nascondermi, abbandonarli», racconta. Gli è rimasta vicino, ed è andata così che si è ammalata: Covid. «Da un giorno all' altro ci è crollato il mondo addosso». Addio al lavoro. Isolata in casa col marito, finito in cassa integrazione. Un tempo, lui la affiancava nel volontariato. «È finita che abbiamo chiesto aiuto al parroco della chiesa di Nostra Signora di Loreto, qui nel quartiere di Oregina, per farci portare un po' di spesa. Perché non potevamo più permettercela.

Per fortuna che ci sono gli amici di Sant'Egidio: ora tocca a noi essere aiutati. Sembra impossibile, è tutto vero». Il buio dei nuovi poveri. «Ci si è persino rotta la macchina, non parte più. Me ne sono accorta quando dovevo andare alla Asl per fare il secondo tampone. Ci dovrebbe andare anche mio marito: come facciamo? ».

Domani Genova e la Liguria provano a ripartire. Loro due, no. Eppure, solo un mese e mezzo fa la vita era così diversa.

«Eravamo felici. Motivati, con una gran voglia di vivere e contribuire alla comunità. Ogni sera tornavo dal lavoro contenta di avere dato tutta me stessa.

Non mi sentivo un'eroina, no: una donna parte di una famiglia. Come tutti gli altri». Fino a "quella" sera. «All' improvviso stavo male. Niente febbre, però dolori fortissimi per tutto il corp». Silvia, origine peruviana, vive in Italia da dieci anni e a Genova da due. Lavora - forse è meglio dire: lavorava - in una grande struttura sanitaria genovese...(Repubblica)

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