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ADDIO A UMBERTO ECO, GIGANTE DELLA CULTURA ITALIANA. NEI SUOI STUDI ANCHE SAN FRANCESCO

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

NEL ROMANZO STORICO 'IL NOME DELLA ROSA' PROTAGONISTI ANCHE I FRANCESCANI E LA STORIA DI SAN FRANCESCO. MUORE UN GRANDE STUDIOSO DI ESTETICA MEDIEVALE E UOMO DI CULTURA

San Francesco e Umberto Eco

Nel romanzo storico "Il nome della Rosa" uno dei più celebri libri di Umberto Eco - di cui si stima una vendita di oltre 50 milioni di copie, reso ancora più celebre, in seguito, dal film omonimo interpretato da Sean Connery - i protagonisti narranti sono i francescani Guglielmo da Baskerville e Adso da Melk. 


In questo libro, ricco di spunti, si ripercorrono le vicende dei francescani, oltre a quelle di altri movimenti religiosi attivi nel medioevo. Numerose, nel testo, le citazioni tratte dalle fonti francescane come quando Padre Guglielmo ricorda a Adso che Francesco amava la musica e che, come raccontano le fonti "A volte raccattava da terra un pezzo di legno, lo posava sul braccio sinistro, prendeva nella destra un altro bastoncino e lo passava su quello, a modo dell'archetto d'una viola o d'altro strumento, facendo gesti appropriati, e così accompagnava, cantandole in francese, le lodi del Signore Gesù".


Il thriller storico ebbe un enorme successo, non solo per l'interessante intrigo ma anche per la qualità di scrittura e le notizie storiche che lo rendono un vero e proprio trattato di storia medievale religiosa.



La storia e la vita di Umberto Eco, gigante della cultura italiana
Filosofo, padre della semiotica, scrittore, docente universitario, giornalista, corsivista felice, esperto di libri antichi: in ciascuna delle sue anime Umberto Eco, scomparso ieri a 84 anni, era una stella internazionale. Ma con i suoi studenti, i lettori, i colleghi, mai Umberto Eco prendeva pose snob che i best seller mondiali, dal «Nome della Rosa» al «Pendolo di Foucault», avrebbero imposto ad altri scrittori, rideva, si informava delle novità, e –accendendo una sigaretta- raccontava l’ultima barzelletta, prima di presentare una nuova teoria linguistica. 

Poliglotta, erudito alla perfezione, dalla tesi di laurea sull’estetica di San Tommaso alla lunga milizia giornalistica, sull’Espresso, dove, inviato in America Latina aveva confessato di essere stato «a mezzo passo» dalla love story con una militante, al Manifesto, dove firmava pezzi polemici anche a sinistra, per esempio contro Pasolini, con lo pseudonimo di Dedalus, al Corriere di Ottone, alla Repubblica, Eco ha rivoltato il costume culturale italiano, imponendo agli standard accademici antichi una originalità culturale rivoluzionaria. 

Raccontava, senza astio, di essere andato in cattedra molto dopo i suoi coetanei, «perché non facevo gli auguri ai baroni», ma era il suo trattare la cultura «alta o bassa» con la stessa appassionata dedizione a renderlo sospetto agli snob italiani. Che un semiologo, un critico letterario, un filosofo si occupasse di fumetti –era stato tra gli animatori di Linus con Oreste Del Buono-, che un docente predicasse «per capire la cultura di massa dovete amarla, non potete scrivere un saggio sul flipper se non avete giocato a flipper» stuccava i nipotini di Croce. Per i prossimi due giorni leggerete solo articoli in cui tutti daranno del Maestro a Umberto Eco, ma da vivo faticò per affermarsi nell’accademia e molti campioni del passato, Pietro Citati per esempio, lo attaccarono senza complimenti. Il suo manuale «Come si fa una tesi di laurea» spiegava che a scrivere si impara, non è opera da geni pazzi, ma raccomandava ai laureandi di diventare specialisti della propria materia, «la vostra tesi deve essere la numero uno!». 

Lui non se ne curava troppo, era pieno di allegria, raccontava aneddoti riproducendo gli accenti e i dialetti, da quando giovanissimo era andato alla Rai dei pionieri, col musicista Berio, con Furio Colombo, ammettendo un lungo flirt con la conduttrice Enza Sampò, ma sempre negando di avere scritto le domande per Lascia e Raddoppia di Mike Bongiorno, «Riotta tu ami le leggende urbane» sogghignava. lastampa.it

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