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Le donne nella vita di frate Francesco di Maria Pia Alberzoni

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Francesco manifestò sempre sincero affetto e profondavenerazione per il Creatore e per tutte le sue creature, così che anche le donne parteciparono di tale sguardo valorizzatore, lo compresero e ricambiarono la stima e la devozione reciproca.Le biografie agiografiche di Francesco consentono di mettere a fuoco alcune figure femminili. Ne propongo qui alcune.

La madre di Francesco occupa un posto particolare nella sua vita: la scelta del nome Giovanni per il figlio, per esempio, dà a Tommaso da Celano l’occasione per sottolineare (nella Vita secunda) la profonda religiosità di questa donna, che viene paragonata a una nuova Elisabetta, madre del nuovo Giovanni Battista. Ella, infatti, a differenza del marito, non ostacolò i progetti di vita religiosa del figlio, e gli fu vicina, almeno nello spirito. Francesco incontrò molte donne durante il suo peregrinare e fu amico di intere comunità, come le suore di San Salvatore a Colpersito presso San Severino Marche: egli donò loro una pecorella regalatagli da un mercante, «esse l’accolsero con gioia come un dono di Dio; ne ebbero amorosa cura per lungo tempo, e poi con la sua lana tesserono una tonaca»per Francesco (FF 78).

Gli esempi potrebbero moltiplicarsi. Mi soffermo solo sui due più noti: Chiara e la ricca vedova romana Jacopa dei Settesoli. Entrambe, sebbene in modo diverso,gli furono vicine: Chiara fu sorella e condivise con Francesco l’anelito caritativo che segnò gli inizi della conversione di entrambi;Jacopa fu per lui un punto di riferimento, una benefattrice e un’ospite generosa durante i suoi viaggi, fino a divenire per lui addirittura “frate Jacopa”. I racconti degli ultimi giorni di Francesco illustrano l’amicizia e familiarità con costoro.

«Nella settimana in cui Francesco passò da questa vita, anche Chiara (...) era gravemente inferma. Siccome temeva di morire prima di lui, piangeva con l’animo amareggiato e non riusciva a darsi pace pensando che non avrebbe più rivisto Francesco, suo unico padre dopo Dio, lui che la confortava nello spirito e nel corpo (...). Ella pertanto, tramite un frate, lo fece sapere a Francesco. Egli, udendo ciò, fu mosso a pietà, giacché amava lei e le sue sorelle con amore di padre. (...) Francesco però, sapendo che non poteva esaudire in quel momento il desiderio che ella aveva espresso di vederlo, (...) le mandò in scritto, per lettera, la sua benedizione al fine di confortarla (...) Inoltre, onde sollevarla da ogni tristezza e consolarla nel Signore egli (...) disse al frate inviatogli da lei: “Va’ e porta questa lettera a madonna Chiara. Le dirai che lasci cadere ogni angoscia e mestizia causata dal fatto che adesso non può vedermi. Sappia in verità che, prima del suo trapasso, tanto lei che le sue sorelle mi vedranno ancora e ne avranno (...) la più grande consolazione”» (FF 1558). Infatti Chiara e le sorelle poterono a lungo piangere sul corpo di Francesco, durante la sosta del corteo che lo portava dalla Porziuncola all’interno di Assisi.

Il secondo esempio è quello di Jacopa. Francesco, ormai prossimo alla morte, volle che Jacopa, per la quale egli nutriva uno speciale affetto,lo raggiungesse e per questo fece scrivere una lettera. Quando però si stava cercando il frate per recapitare la missiva alla donna, ecco che ella in persona si presentò alla porta del luogo dove giaceva Francesco morente portandogli alcuni dolcetti che gli piacevano tanto, un panno per la sua sepoltura, un cuscino, molti ceri e un drappo per coprire il suo volto. Francesco fu veramente contento e volle che entrasse. Ella poté così essere presente alla sua morte. Per consolarla dal profondo dolore che la invase, frate Elia la prese in disparte e di nascosto le concesse di venerare il corpo di Francesco; glielo pose addirittura tra le braccia e le disse: «“Ecco, stringi da morto colui che hai amato da vivo!”. Ed essa, versando cocenti lacrime sopra quel corpo, raddoppia flebili richiami e singhiozzi, e ripetendo affettuosi abbracci e baci, solleva il velo per vederlo scopertamente» e vide così il grande miracolo delle stimmate. (FF 860-862) Nell’amicizia con alcune donne, esemplari e non certo isolate, si mostra tutta l’umanità degli affetti di Francesco, un tratto caratteristico della sua santità centrata sul mistero dell’Incarnazione.

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