Le visite dei pontefici
di Chiara Frugoni
Ad Assisi, nella Basilica Superiore,
quando, nella scena della Rinuncia ai
beni, Francesco passa dalla sua famiglia
naturale, carnale, a quella spirituale della
Chiesa, amorevolmente avvolto dal
manto del vescovo Guido I, che l'aveva
sempre consigliato e seguito, sancisce la
sua defi nitiva conversione, non rivolgendosi
più al padre Pietro di Bernardone,
ma al Padre celeste. Francesco
alza le braccia
e congiunge le
mani nel gesto
che è per noi
della preghiera.
È un gesto
che deriva dal
mondo feudale,
quando il vassallo
congiungeva
le mani e le metteva
nelle mani
del potente a cui
prometteva, da
quel momento in poi, auxilium et consilium,
aiuto in guerra e collaborazione
nel giudicare liti e contese. Diventava, il
vassallo, l'uomo del potente (homo, in
latino) e per questo quel gesto si chiama
omaggio.
Dunque Francesco si mette nelle mani
del Signore. Del suo Signore. Anche noi,
oggi quando ci raccomandiamo a qualcuno
diciamo: «Sono nelle tue mani».
Nella medesima scena vediamo che lo
sguardo di Francesco ha come meta
il cielo dove si affaccia la mano di Dio
b e n e d i c e n t e ,
con l'anulare e
il mignolo ripiegati.
Questo è un
gesto che viene
dall'Antichità romana, un gesto in codice,
che signifi cava che il generale stava
parlando e dando un ordine ai suoi soldati.
Quando vediamo che Cristo siede
in trono e fa questo gesto (che può essere
alla latina, con l'anulare e il mignolo
ripiegati, o alla bizantina, con il pollice
e l'anulare congiunti) e ha davanti a sé
un libro aperto su cui si legge: “Ego sum
via veritas et lux” (Io sono la Via, la Verità
e la Luce), per uno spettatore medievale
signifi cava che Cristo stava parlando
e stava dicendo proprio le parole che
quel medesimo spettatore leggeva sul
libro: Dio dice sempre parole buone, e
dunque dice il bene. Benedicere, dire il
bene, ha assunto poi il signifi cato di benedizione.
Ma quando l'Angelo compie
il gesto delle dita ripiegate nell'Annunciazione,
non sta benedicendo la Vergine,
ma le sta portando lo straordinario
messaggio divino.
Sempre ad Assisi, Francesco usa il gesto
della parola nella Predica agli uccelli:
quel gesto signifi ca che sta rivolgendo
alle creature irrazionali il suo sermone, miracolosamente compreso. Il compagno
accanto a Francesco fa un altro gesto
che ha un signifi cato preciso: alza la
mano destra con
il palmo aperto
verso il petto.
È il gesto della
testimonianza,
quel gesto che
il giudice ordina
ancora oggi
di compiere al
testimone che
deve dire la verità.
Questi pochi
esempi ci mostrano
la straordinaria
durata
del signifi cato
dei gesti del Medioevo
e come, comprendendoli nel
loro esatto signifi cato, ci permettano di
comprendere più a fondo la voce delle
immagini.
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