approfondimenti_francescani

La voce delle immagini

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

di Chiara Frugoni



Ad Assisi, nella Basilica Superiore, quando, nella scena della Rinuncia ai beni, Francesco passa dalla sua famiglia naturale, carnale, a quella spirituale della Chiesa, amorevolmente avvolto dal manto del vescovo Guido I, che l'aveva sempre consigliato e seguito, sancisce la sua defi nitiva conversione, non rivolgendosi più al padre Pietro di Bernardone, ma al Padre celeste. Francesco alza le braccia e congiunge le mani nel gesto che è per noi della preghiera. È un gesto che deriva dal mondo feudale, quando il vassallo congiungeva le mani e le metteva nelle mani del potente a cui prometteva, da quel momento in poi, auxilium et consilium, aiuto in guerra e collaborazione nel giudicare liti e contese. Diventava, il vassallo, l'uomo del potente (homo, in latino) e per questo quel gesto si chiama omaggio. Dunque Francesco si mette nelle mani del Signore. Del suo Signore. Anche noi, oggi quando ci raccomandiamo a qualcuno diciamo: «Sono nelle tue mani». Nella medesima scena vediamo che lo sguardo di Francesco ha come meta il cielo dove si affaccia la mano di Dio b e n e d i c e n t e , con l'anulare e il mignolo ripiegati. Questo è un gesto che viene dall'Antichità romana, un gesto in codice, che signifi cava che il generale stava parlando e dando un ordine ai suoi soldati. Quando vediamo che Cristo siede in trono e fa questo gesto (che può essere alla latina, con l'anulare e il mignolo ripiegati, o alla bizantina, con il pollice e l'anulare congiunti) e ha davanti a sé un libro aperto su cui si legge: “Ego sum via veritas et lux” (Io sono la Via, la Verità e la Luce), per uno spettatore medievale signifi cava che Cristo stava parlando e stava dicendo proprio le parole che quel medesimo spettatore leggeva sul libro: Dio dice sempre parole buone, e dunque dice il bene. Benedicere, dire il bene, ha assunto poi il signifi cato di benedizione. Ma quando l'Angelo compie il gesto delle dita ripiegate nell'Annunciazione, non sta benedicendo la Vergine, ma le sta portando lo straordinario messaggio divino. Sempre ad Assisi, Francesco usa il gesto della parola nella Predica agli uccelli: quel gesto signifi ca che sta rivolgendo alle creature irrazionali il suo sermone, miracolosamente compreso. Il compagno accanto a Francesco fa un altro gesto che ha un signifi cato preciso: alza la mano destra con il palmo aperto verso il petto. È il gesto della testimonianza, quel gesto che il giudice ordina ancora oggi di compiere al testimone che deve dire la verità. Questi pochi esempi ci mostrano la straordinaria durata del signifi cato dei gesti del Medioevo e come, comprendendoli nel loro esatto signifi cato, ci permettano di comprendere più a fondo la voce delle immagini.

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