Le visite dei pontefici
Mese Mariano. Numerosissimi i santuari dedicati alla Vergine.
Ogni uomo «reca in sé un ‘marchio di
fabbrica', inciso dal Creatore», una sorta
di «iato, un'apertura infi nita verso ‘il pulchrum,
il bonum, il verum et unum'», ossia
quel «bello, buono, vero e uno», mentre «il
‘veltro del cielo' lo esorta a ricercare l'assoluto,
nelle sue varie forme ed espressioni, negli
aspetti e negli eventi contingenti e relativi di
questo suo esistere e divenire» (arcivescovo
Agostino Marchetto).
Questa «trascendenza», dunque, spiegherebbe
la ragione dei pellegrinaggi,
specie verso i santuari mariani. Sancti
Loci che se ne contano moltissimi nel
mondo, già a partire dalla Terra Santa,
lì dove il graffi to “Ave Maria” nella casa
di Nazareth e il sepolcro della Vergine
a Gerusalemme dimostrano l'antichità
del culto. E l'adesione libera ed autentica
da parte del Sensus Fidei ha reso
particolarmente importanti, per citarne
alcuni, i santuari della Madonna di
Guadalupe (Messico), di Nostra Signora
Aparecida (Brasile) e di Vladimir (Russia),
d'Akita (Giappone), della Madonna
della Pace (Costa d'Avorio) e quella
d'Africa (Algeria).
In Europa, terra “nata in pellegrinaggio
– come scriveva Goethe – e la cui lingua
materna è il cristianesimo”, la devozione
mariana ha invece reso speciali luoghi
come Lourdes (Francia), Fatima (Portogallo),
Czestochowa (Polonia), Altötting
(Germania) – dove dal 1650 si
svolge ogni anno un pellegrinaggio a
piedi che dura quattro giorni e lungo
500km – o Loreto (Italia), il cui culto
si deve alla presenza della casa abitata
dalla famiglia della Vergine Maria a Nazaret,
preziosa reliquia portata in Italia
dopo la caduta del regno dei crociati in
Terra Santa. A Montserrat (Spagna), infi
ne – “tierra de Maria” – insigni pellegrini
hanno reso omaggio alla “Morenita”
(Moretta), com'è detta affettuosamente
la statua della Madonna, per via del suo
colore scuro. Tra i più illustri personaggi,
fi gurano i nomi di scrittori e poeti,
da Cervantes a Schiller, da Chesterton a
Claudel fi no al dottor Fleming, che offrì
al santuario una delle sue prime colture
di penicillina. Ma il più rappresentativo
di tutti è S. Ignazio di Loyola che, cavaliere
convertito, venne a Montserrat per
deporre la sua spada ai piedi della Vergine
e cominciarvi la sua nuova vita.
«Immagine privilegiata della Chiesa»,
come li ha defi niti Giovanni Paolo II, i
santuari rappresentano il luogo in cui
l'uomo cerca il contatto con Dio attraverso
la mediazione della Vergine. Nei
secoli è andata cementandosi una devozione
cresciuta con il passa parola, con
lo stupore dei miracoli, con la fi ducia in
una forza più grande di ogni umana debolezza:
“La fede – scrive Paolo di Tarso
nella Lettera agli Ebrei – è fondamento delle
cose che si sperano e prova di quelle che non
si vedono”.
di Mariaelena Finessi
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