approfondimenti

La devozione Mariana nel mondo

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Mese Mariano. Numerosissimi i santuari dedicati alla Vergine.



Ogni uomo «reca in sé un ‘marchio di fabbrica', inciso dal Creatore», una sorta di «iato, un'apertura infi nita verso ‘il pulchrum, il bonum, il verum et unum'», ossia quel «bello, buono, vero e uno», mentre «il ‘veltro del cielo' lo esorta a ricercare l'assoluto, nelle sue varie forme ed espressioni, negli aspetti e negli eventi contingenti e relativi di questo suo esistere e divenire» (arcivescovo Agostino Marchetto). Questa «trascendenza», dunque, spiegherebbe la ragione dei pellegrinaggi, specie verso i santuari mariani. Sancti Loci che se ne contano moltissimi nel mondo, già a partire dalla Terra Santa, lì dove il graffi to “Ave Maria” nella casa di Nazareth e il sepolcro della Vergine a Gerusalemme dimostrano l'antichità del culto. E l'adesione libera ed autentica da parte del Sensus Fidei ha reso particolarmente importanti, per citarne alcuni, i santuari della Madonna di Guadalupe (Messico), di Nostra Signora Aparecida (Brasile) e di Vladimir (Russia), d'Akita (Giappone), della Madonna della Pace (Costa d'Avorio) e quella d'Africa (Algeria). In Europa, terra “nata in pellegrinaggio – come scriveva Goethe – e la cui lingua materna è il cristianesimo”, la devozione mariana ha invece reso speciali luoghi come Lourdes (Francia), Fatima (Portogallo), Czestochowa (Polonia), Altötting (Germania) – dove dal 1650 si svolge ogni anno un pellegrinaggio a piedi che dura quattro giorni e lungo 500km – o Loreto (Italia), il cui culto si deve alla presenza della casa abitata dalla famiglia della Vergine Maria a Nazaret, preziosa reliquia portata in Italia dopo la caduta del regno dei crociati in Terra Santa. A Montserrat (Spagna), infi ne – “tierra de Maria” – insigni pellegrini hanno reso omaggio alla “Morenita” (Moretta), com'è detta affettuosamente la statua della Madonna, per via del suo colore scuro. Tra i più illustri personaggi, fi gurano i nomi di scrittori e poeti, da Cervantes a Schiller, da Chesterton a Claudel fi no al dottor Fleming, che offrì al santuario una delle sue prime colture di penicillina. Ma il più rappresentativo di tutti è S. Ignazio di Loyola che, cavaliere convertito, venne a Montserrat per deporre la sua spada ai piedi della Vergine e cominciarvi la sua nuova vita. «Immagine privilegiata della Chiesa», come li ha defi niti Giovanni Paolo II, i santuari rappresentano il luogo in cui l'uomo cerca il contatto con Dio attraverso la mediazione della Vergine. Nei secoli è andata cementandosi una devozione cresciuta con il passa parola, con lo stupore dei miracoli, con la fi ducia in una forza più grande di ogni umana debolezza: “La fede – scrive Paolo di Tarso nella Lettera agli Ebrei – è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono”.

di Mariaelena Finessi

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