Leggere il Testamento (12)

di Grado Giovanni Merlo

Il Testamento sta giungendo alla fine. Frate Francesco rivolge un invito cogente («per obbedienza siano tenuti») al «ministro generale e a tutti gli altri ministri e custodi» affinché non aggiungano né tolgano alcunché nelle parole del Testamento. La preoccupazione è evidente e viene ribadita poche righe dopo, quando lo stesso frate Francesco «comanda fermamente per obbedienza di non mettere glosse nella Regola né» nelle parole del Testamento «dicendo: Così devono essere interpretate». Il comando è rivolto, questa volta, a «tutti i suoi fratelli chierici e laici» e – aggiungiamo noi – soprattutto ai quei fratelli/frati che per capacità e volontà intellettuali e culturali avevano dimestichezza con le tecniche della glossa. La preoccupazione circa una qualsiasi manipolazione del testo si arricchisce della preoccupazione rispetto ai possibili commenti (glosse) che intervenissero a “interpretare” le parole dei due documenti, Testamento e Regola, ritenuti assolutamente connotativi dell’esperienza religiosa – per il passato, il presente e il futuro – dei fratelli/frati Minori. Frate Francesco vuole che l’uno accompagni «sempre» l’altra e che «in tutti i capitoli» che si tengono e si terranno quando si legge la Regola, si legga «anche» il Testamento. La lettura deve rispettare i testi senza aggiunte o sottrazioni e senza commento alcuno. «Ma come il Signore mi diede di dire e scrivere la Regola e queste parole in modo semplice e puro, così in modo semplice e senza glossa capitele e con santo agire osservatele sino alla fine». Ancora una volta frate Francesco rinvia a Dio, anzi a un dono di Dio – all’opera della Grazia, potremmo affermare – la peculiarità della sua esperienza religiosa che si traduce e si tramette anche attraverso le parole dette e scritte. Si tratta di parole non ambigue, di ispirazione “divina” e, dunque, non necessitanti integrazioni esplicative. La radicalità evangelica consiste anche nella non ambiguità del linguaggio e nella conseguente coerenza dei comportamenti.