Le visite dei pontefici
Il rumore delle eliche stamane all’alba è stato un suono dolcissimo per Ettore Castelluzzo, imprenditore italiano emigrato per motivi di lavoro in Brasile sette anni fa. Sua figlia di 15 anni era infatti su quell’elicottero della Polizia verde-oro ed era stata liberata pochi minuti prima dagli agenti della divisione antisequestri locale, il DAS. La quindicenne (il nome non è stato divulgato per ovvi motivi di sicurezza) era stata rapita sabato sera ad Arraial do Cabo mentre rientrava a casa sua con il padre, anch’egli sequestrato per poche ore. Nell’operazione per liberarla, avvenuta poche ore fa nella citta di Cabo Frio a pochi chilometri dalla zona del sequestro, c’è stata una sparatoria tra forze dell’ordine e banditi ed il bilancio è stato di due rapitori morti ed uno catturato. Per fortuna però adesso la ragazza è già a casa sua, sana e salva anche se comprensibilmente spaventata.
Dopo 4 giorni di terrore per i familiari questo sequestro di cui nessuno della stampa sapeva nulla è dunque ufficialmente finito alle 4 del mattino di oggi, le 8 in Italia, quando l’elicottero della Polizia carioca atterrava nell’eliporto di Rio. La quindicenne italiana, con una coperta sul volto per non essere riconosciuta dai media locali, veniva accompagnata sotto braccio dagli agenti del DAS. Dopo un tragitto su una volante durato pochi minuti la ragazza poteva finalmente riabbracciare suo padre nel commissariato di Leblon, quartiere alla moda della città che si appresta ad ospitare Mondiali di calcio ed Olimpiadi.
Titolare dell’azienda di costruzioni “Elisabetta da Itália”, Ettore Castelluzzo era emigrato in Brasile nel 2006. Sua figlia, a cui è molto legato, lo aveva raggiunto solo 5 mesi fa. Gli inquirenti sospettano che alla base del rapimento possa esserci qualche suo ex dipendente o, comunque, qualcuno che nel recente passato ha potuto osservare da vicino le abitudini quotidiane dell’imprenditore edile, trasmettendole poi ai rapitori, dei veri e propri abitué dei sequestri. Edson de Souza ed Osmar Elias Barbosa (i due banditi uccisi dal DAS) erano stati infatti arrestati in passato per ben 17 volte, dieci delle quali con l’accusa di sequestro di persona. Per incredibile che possa sembrare però, sabato sera erano liberi e non ha stupito nessuno che, assieme, abbiamo progettato l’undicesimo rapimento della loro vita criminale, questa volta però, fatto inedito per loro, scegliendo come target degli stranieri, degli italiani.
In Brasile la pratica del sequestro di breve durata, per questo “ribattezzata” sequestro express, è una piaga di cui la legge non sembra volere occuparsi in modo davvero risolutivo o, per lo meno, serio. Non esiste infatti nel paese del samba una normativa come la nostra, che prevede pene molto più severe ed il blocco del patrimonio dei familiari delle vittime cui è fatto assoluto divieto di pagare qualsiasi riscatto. Con queste leggi severe e grazie alle intercettazioni telefoniche, in Italia è stata sconfitta la pratica criminale dei rapimenti e l’anonima sequestri non è più l’incubo che era negli anni Settanta ed Ottanta. In Brasile, invece, oggi molti familiari delle vittime pagano il riscatto, spesso di poche migliaia di euro, senza neanche denunciare il rapimento. Inoltre le pene per questo tipo di delitti sono molto basse. Ettore Castelluzzo - che era stato rapito anche lui assieme alla figlia e, subito dopo, liberato per raccogliere personalmente i denari del riscatto - si è invece rifiutato di pagare i 720mila reais, l’equivalente a circa 220mila euro, chiesti dai delinquenti. Inoltre, dopo una notte durisssima per lui, quella tra sabato e domenica trascorsa tra atroci dubbi su cosa fosse meglio fare, ha deciso senza remore di denunciare al DAS il sequestro.
Una scelta più che mai azzeccata ed un lieto fine da film grazie alla professionalità dell’antisequestri brasiliana che, messo immediatamente sotto controllo il suo telefono, quando ieri sera i rapitori lo hanno chiamato, hanno individuato subito il locale da cui era stata partita la telefonata. Quando, all’alba di stamane, è stata liberata dagli agenti guidati dal commissario Claudio Silva, la 15enne italiana era prigioniera in un garage all’interno di una palazzina di classe media. Felici tutti, soprattutto papà Castelluzzo, orgogliosi gli agenti per il lavoro svolto ma il lavoro per il commissario Silva non è ancora finito. Il suo obiettivo, ha infatti detto poco fa, adesso è di catturare anche gli altri complici della banda di rapitori della figlia di Ettore che, con le sue lacrime di gioia, oggi ha commosso tutti gli agenti dell’antisequestri brasiliana. La stampa
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