cronaca

Napoli, crolla l'ala di un palazzo. Il salone cede, lei è in bagno: salva

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Dramma in pieno centro a Napoli. È crollata l'ala di un edificio, al civico 72, tra arco Mirelli e piazza della Repubblica, a due passi dal consolato americano. Molti detriti sono finiti sulle auto in sosta e su un autobus. Fortunatamente non ci sono né vittime né dispersi.


LE CAUSE: INFILTRAZIONI D'CAQUA - «È una probabile infiltrazione d'acqua la causa del crollo del palazzo alla Riviera di Chiaia a Napoli». È quanto dichiara il tenente Alfredo Marraffino della polizia municipale, responsabile dell'Unità operativa di Chiaia. Si sarebbe, infatti, determinato una infiltrazione d'acqua proveniente da una falda acquifera naturale, presente in zona. È l'ipotesi al momento più accreditata formulata anche dai vigili del fuoco. L'acqua avrebbe creato un vuoto sotto l'ala del palazzo provocandone il cedimento. In sostanza si sarebbe creato un torrente sotterraneo di acqua e fango confluito in uno ampio scavo a circa 25 metri dal sottosuolo realizzato nel cantiere della metropolitana di piazza della Repubblica. È stato predisposto un sopralluogo nell'ampio scavo della metropolitana da parte dei tecnici. Sono 10 al momento le famiglie sgomberate a scopo precauzionale.


DONNA SALVA PER MIRACOLO - Una delle inquiline dell'ala collassata, Carla Travierso, è salva per miracolo. Si trovava in bagno, sotto la doccia, mentre il salone cedeva. Ha trentasette anni, ora è in ospedale sotto choc.


AUTO DEI VIGILI SCHIACCIATA - Sono vivi per miracolo due agenti della polizia municipale usciti dall'auto di servizio poco prima che si verificasse il crollo del fabbricato alla Riviera di Chiaia, a Napoli. La vettura è stata schiacciata da alcuni massi caduti dall'edificio.


I TESTIMONI - «Ho visto il crollo, c'è stato poco tempo per scappare» racconta un residente. «Ero in strada e ho visto una decina di persone che scappavano - dice - Questa strada è sempre molto trafficata». «Uscite, uscite, ci hanno detto - afferma un altro dei superstiti che lavora come impiegato in uno degli uffici all'interno del palazzo - Ci hanno detto che stavano lavorando ad una cabina elettrica che era già crollata». «Ero nel palazzo quando è caduto» racconta Diego Fernandes è un commercialista che lavora al secondo piano dell'edificio crollato a Napoli. «Il palazzo ha cominciato a tremare e siamo usciti utilizzando le scale - dice - perchè non erano crollate». «I miei colleghi hanno pensato a un terremoto - afferma - È andata via l'elettricità, abbiamo sentito una forte puzza di gas e solo perchè non c'era corrente non si sono verificate esplosioni». «Se sono vivo è per un miracolo», aggiunge Vincenzo Senese che lavora come meccanico: l'officina è nell'area del crollo. «Se non sono sotto le macerie - racconta - è solo perchè sono stato chiamato da un cliente che aveva la macchina parcheggiata 50 metri più in là. Da lì ho assistito al crollo. Prima è venuta giù la parte di sopra e poi si è sbriciolato tutto il resto. Ho sentito un boato, come se fosse una bomba, e le urla disperate della gente».


VERIFICA STATICITA' DA MESI - «Da quattro mesi, tutte le mattine, una squadra di tecnici della società che sta realizzando la metropolitana, effettua dei sopralluoghi di verifica della staticità nel palazzo», riferisce una delle persone che abita nell'edificio adiacente a quello dove è avvenuto il crollo. «La persiana della finestra che affaccia su via Chiaia, da tempo, ormai, non si chiude - dice ancora l'uomo - è incredibile quello che è successo».




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