fede

Il Papa: 'Come San francesco, i ricchi non siano attaccati ai beni ma li usino per la salvezza'

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Chi è ricco non sia talmente attaccato ai propri beni da rinunciare alla propria salvezza, anzi li usi «in modo evangelico» e per «entrare nella pienezza della vita». È il messaggio che Benedetto XVI ha voluto rivolgere ai fedeli commentando all'Angelus il Vangelo di oggi che «ha come tema principale quello della ricchezza» e in cui «Gesù insegna che per un ricco è molto difficile entrare nel Regno di Dio, ma non impossibile».

Il Papa, parlando ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro, ha ricordato la parabola in cui Gesù propone al ricco di «dare tutto ai poveri», avendone colto il «punto debole» che «è proprio il suo attaccamento ai suoi molti beni». Ma questi «se ne va via rattristato, perchè non riesce a distaccarsi dalle sue ricchezze, che non potranno mai dargli la felicità e la vita eterna». Da qui la frase rimasta proverbiale, in cui Gesù dice ai discepoli sconcertati che «è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio», anche se questo è «impossibile agli uomini, ma non a Dio».

E per Ratzinger vale il commento di San Clemente di Alessandria, secondo cui i ricchi «non devono trascurare la loro salvezza come se fossero già condannati, nè devono buttare a mare la ricchezza nè condannarla come insidiosa e ostile alla vita, ma devono imparare in quale modo usare la ricchezza e procurarsi la vita». Il Pontefice ha sottolineato quindi che «la storia della Chiesa è piena di esempi di persone ricche, che hanno usato i propri beni in modo evangelico, raggiungendo anche la santità. Pensiamo solo – ha detto - a san Francesco, a santa Elisabetta d'Ungheria o a san Carlo Borromeo».

Al termine dell'Angelus in Piazza San Pietro, Benedetto XVI ha ricordato che «ieri, a Praga, sono stati proclamati beati Federico Bachstein e tredici confratelli dell'Ordine dei Frati Minori». «Essi furono uccisi nel 1611 a causa della loro fede – ha aggiunto il Papa -. Sono i primi Beati dell'Anno della fede, e sono martiri: ci ricordano che credere in Cristo significa essere disposti anche a soffrire con Lui e per Lui».(Vatican Insider)

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