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L’incontro tra San Domenico e San Francesco


Tra Letteratura e fonti storiche, l'incontro che ha cambiato il volto della Chiesa

Canto XI del Paradiso, Francesco di Assisi ne è il protagonista. Nel successivo canto, il XII, invece troviamo un’altra figura parallela al santo francescano: è San Domenico di Guzman, fondatore dell’Ordine dei domenicani. Cerchiamo di inquadrare la situazione: San Tommaso ha appena terminato di parlare, quando la prima corona di spiriti sapienti riprende a ruotare e non compie un giro completo prima che una seconda corona di dodici anime la circondi. Il loro canto è armonioso, impossibile da descrivere addirittura per “Padre Dante”.

Da queste luci viene una voce per Dante: è San Bonaventura che comincia a parlare del fondatore dell'Ordine domenicano, avendo san Tommaso - nel canto precedente - appena parlato in termini lusinghieri di san Francesco: entrambi hanno combattuto per lo stesso fine, ed è dunque giusto che la loro gloria risplenda insieme. Bonaventura spiega che la Chiesa appariva incerta ed esitante, quando Dio la soccorse facendo nascere due “campioni”, San Francesco e San Domenico appunto. Grazie al loro zelo, al loro impegno, il popolo cristiano cominciò a ravvedersi.

Si saranno poi davvero incontrati Francesco e Domenico? Si tratta solo di poesia, o - in alcuni casi - di devozione popolare? O l’incontro fra questi due colossi è vero? Partiamo dagli scritti, testimonianza viva della vita di San Francesco e di San Domenico. Le “Vitae fratrum” del domenicano francese Geraldo di Frachet, furono scritte dopo il 1255 e terminate con grande probabilità nel 1271 e cioè dopo cinquant'anni dalla morte di Domenico. In questo suo scritto il Frachet riporta la testimonianza di un frate domenicano. Una notte a San Domenico apparvero Gesù Cristo e la Vergine. La Madre di Dio, poi, presentava al Figlio due uomini: lo stesso Domenico ed un altro che Domenico “fino ad allora non aveva mai visto”. Il giorno dopo la visione la magnifica scoperta: in chiesa, incontrò quell’uomo del sogno. Era San Francesco d’Assisi. Anche le “Fonti Francescane” riportano una testimonianza assai interessante.

È di Pietro di Giovanni Olivi che, a sua volta, riferisce quanto dettogli da Bernardo Barravi, anch'egli frate minore. Egli affermava di aver sentito proprio dalla bocca di Domenico che aveva incontrato Francesco durante il suo viaggio verso Roma. Il viaggio si riferiva all’ “approvazione del suo Ordine". Fu questa la circostanza nella quale "ebbe l'occasione di passare da Assisi e di vedere Francesco con alcune migliaia di frati là convenuti per il Capitolo generale".

Non è un caso che, allora, nelle “Prime costituzioni dell'Ordine dei frati predicatori”, troviamo scritto, al capitolo 34: "I frati minori devono venire accolti con carità e gioia, come se si trattasse di nostri frati; e secondo le possibilità del convento si provveda loro il necessario con affetto e decoro". Queste parole stanno ad indicare una certa attenzione da parte dell’Ordine domenicano per quello francescano. Il connubio dei due illustri personaggi era ormai sancito. Due sogni, due volti, due cuori che hanno cambiato la Storia della Chiesa, in un periodo storico assai delicato come quello da loro vissuto. Il ritorno a Cristo, alla sua povertà: questi i dettami dei due ordini religiosi, dei due loro fondatori.

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