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La benedizione Urbi et Orbi


Sancti Apostoli Petrus et Paulus, de quorum potestate et auctoritate confidimus...

Urbi et Orbi”: dal latino “urbs, urbis” (“alla città”, che - in questo caso - si intende Roma) e orbs, orbis (“ alla sfera, al globo”, dunque, “al mondo”)

Sancti Apostoli Petrus et Paulus, de quorum potestate et auctoritate confidimus, ipsi intercedant pro nobis ad Dominum”. Queste parole, pronunciate in latino, rappresentano l’incipit della solenne benedizione del pontefice alla città di Roma e al Mondo, la famosa benedizione “Urbi et Orbi”: dal latino “urbs, urbis” (“alla città”, che - in questo caso - si intende Roma) e orbs, orbis (“ alla sfera, al globo”, dunque, “al mondo”).

E più avanti, il papa, continua con la seguente locuzione che - in fondo - possiamo considerare il fulcro di tutta la benedizione: “Deus et dimissis omnibus peccatis vestris, perducat vos Iesus Christus ad vitam æternam / Indulgentiam, absolutionem et remissionem omnium peccatorum vestrorum”, ossia, “Dio perdoni tutti i vostri peccati, Gesù Cristo vi conduca alla vita eterna / e vi dia l’indulgenza, l’assoluzione e il perdono di tutti i vostri peccati”. Dunque, con questa solenne benedizione, il pontefice chiede a Dio - per tutti i fedeli della città di Roma e del Mondo - la remissione di tutte le pene dovute ai peccati. Ma cerchiamo, ora, di scoprire l’origine di questa particolare benedizione.

E’ necessario chiarire - prima di tutto - che il pontefice impartisce tale particolare benedizione, due volte all’anno: in occasione del Natale e della Pasqua. Inoltre, rappresenta la prima benedizione pubblica del papa, subito dopo la propria elezione al soglio pontificio. Troviamo scritto, infatti, nell’ “Ordo Rituum Pro Ministerii Petrini Initio Romae Episcopi” - il libro del Cerimoniale vaticano - all’articolo 75, seguente l’annuncio dell’elezione del pontefice, la seguente dicitura: “Poco dopo, lo stesso Romano Pontefice, preceduto dalla Croce, accompagnato dai Cardinali che sono primi nell'Ordine dei Vescovi, dei Presbiteri e dei Diaconi, va alla Loggia esterna della Basilica Vaticana e da lì saluta il popolo e imparte la Benedizione Apostolica « Urbi et Orbi »”.

La recente benedizione di Papa Francesco, del 27 marzo scorso, per chiedere a Dio la fine della pandemia del coronavirus, è stato un evento del tutto straordinario. La benedizione Urbi et Orbi, inoltre, è solitamente impartita dalla loggia centrale della basilica di San Pietro. Dopo la perdita del potere temporale da parte della Chiesa, i pontefici non si affacciarono più sulla piazza, bensì sulla loggia interna: quasi a definirsi - in questa maniera - “prigionieri in Vaticano”. Fu con Papa Pio XI, che si ritornò al vecchio rito della loggia centrale.

La scena doveva essere alquanto scenografica all’interno dei Sacri Palazzi: prima di raggiungere la loggia per la benedizione, il pontefice era preceduto dal crocifisso e accompagnato da due cardinali diaconi, dal maestro delle cerimonie e dagli accoliti. Indossava ricchi paramenti pontificali e il triregno, la “corona papale”. Il pontefice, in sedia gestatoria e col baldacchino papale, seguiva questo scenografico corteo. Da papa Pio XI, invece, i pontefici raggiungono la loggia, a piedi.

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