papa

Cattedra di relazione

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



La quinta Crociata fu messa in moto nel 1213 dalla chiamata di Papa Innocenzo III, per recuperare alla cristianità Gerusalemme e il resto della Terra Santa. Quando san Francesco arrivò in Egitto nel 1219, nel mezzo della crociata, il Sultano Malik al-Kamil era il capo delle forze musulmane. Le fonti ci dicono che Francesco attraversò le zone di guerra e i campi macchiati e insanguinati dai combattimenti, fiero di condividere la sua esperienza di un Dio “pacifico” con questo guerriero in battaglia. Sebbene il sogno di pace del Santo non fu compiuto, il Sultano lo ascoltò e sviluppò un rispetto profondo per questo semplice uomo di Dio. Forse questo è il vero miracolo: Francesco ci ha mostrato come la pianta fragile della pace può essere piantata anche in un suolo che è intriso di diffidenza, odio e sangue. Non sorprende che Giovanni Paolo II, abbia scelto Assisi come luogo d'incontro con i leader delle religioni del mondo. L'intenzione del Santo Padre era molto chiara, augurandosi di poter avere un giorno durante il quale i rappresentanti delle religioni del mondo potessero pregare nello stesso momento, secondo la pratica e il credo di ogni comunità di fede, per la pace nel mondo. La giornata di preghiera si concluse nella Piazza Inferiore dinanzi alla Basilica di San Francesco. Il Santo Padre sottolineò come la giornata di preghiera e silenzio avesse fatto emergere due verità molto importanti. La prima era quella che la vita umana, dalla nascita alla morte naturale, è preziosa e degna di rispetto e protezione. La seconda che, forse, la vera pace “va ben oltre gli sforzi umani, soprattutto nella presente situazione del mondo, e che perciò la sua sorgente e realizzazione vanno ricercate in quella Realtà che è al di là di tutti noi” (ibidem, p. 5). È per questa ragione che è importante che noi continuiamo a pregare e lavorare per la pace. Il Papa concluse il suo discorso con la preghiera che è attribuita spesso a san Francesco: “Signore, fa' di me uno strumento della tua pace...” Ci stiamo ora apprestando a celebrare il 25° anniversario di quello storico incontro. Sfortunatamente, vediamo come i sogni e le preghiere del Santo Padre siano lontane dall'essere state realizzate. Su molti fronti sembra come se il mondo si stia muovendo ancora più lontano dalla via della pace e stia abbracciando uno stile di vita che è marcato dalla violenza, dall'odio e dalla diffidenza. Piuttosto che rinunciare alla ricerca della pace e cadere nella disperazione, siamo invitati per rivolgerci a Dio nella preghiera. Questo, io credo, è stato il vero messaggio del Santo Padre nelle sue frequenti visite in Umbria ed alla città santa di Assisi. Come san Francesco fece nel XIII secolo, papa Giovanni Paolo II ci mostra come la fragile pianta della pace può essere piantata anche in una terra intrisa di diffidenza, odio e sangue. Ci permetta di associarci a lui in quello stesso sogno e di pregare insieme “Signore, fa' di me uno strumento della tua pace ...”.
Possa il Dio della pace benedirci tutti.

di Michael J.Higgins
Ministro Generale TOR

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