Cattedra di relazione
La quinta Crociata fu messa in moto
nel 1213 dalla chiamata di Papa Innocenzo
III, per recuperare alla cristianità
Gerusalemme e il resto della Terra
Santa. Quando san Francesco arrivò
in Egitto nel 1219, nel mezzo della
crociata, il Sultano Malik al-Kamil era
il capo delle forze musulmane. Le fonti
ci dicono che Francesco attraversò
le zone di guerra e i campi macchiati e
insanguinati dai combattimenti, fiero
di condividere la sua esperienza di un
Dio “pacifico” con questo guerriero in
battaglia. Sebbene il sogno di pace del
Santo non fu compiuto, il Sultano lo
ascoltò e sviluppò un rispetto profondo
per questo semplice uomo di Dio.
Forse questo è il vero miracolo: Francesco
ci ha mostrato come la pianta
fragile della pace può essere piantata
anche in un suolo che è intriso di diffidenza,
odio e sangue.
Non sorprende che Giovanni Paolo
II, abbia scelto Assisi come luogo
d'incontro con i leader delle religioni
del mondo. L'intenzione del Santo
Padre era molto chiara, augurandosi
di poter avere un giorno durante il
quale i rappresentanti delle religioni
del mondo potessero pregare nello
stesso momento, secondo la pratica
e il credo di ogni comunità di fede,
per la pace nel mondo. La giornata
di preghiera si concluse nella Piazza
Inferiore dinanzi alla Basilica di San
Francesco. Il Santo Padre sottolineò
come la giornata di preghiera e silenzio
avesse fatto emergere due verità
molto importanti. La prima era quella
che la vita umana, dalla nascita alla
morte naturale, è preziosa e degna
di rispetto e protezione. La seconda
che, forse, la vera pace “va ben oltre
gli sforzi umani, soprattutto nella presente
situazione del mondo, e che perciò la sua
sorgente e realizzazione vanno ricercate in
quella Realtà che è al di là di tutti noi”
(ibidem, p. 5). È per questa ragione
che è importante che noi continuiamo
a pregare e lavorare per la pace.
Il Papa concluse il suo discorso con la
preghiera che è attribuita spesso a san
Francesco: “Signore, fa' di me uno strumento
della tua pace...”
Ci stiamo ora apprestando a celebrare
il 25° anniversario di quello storico
incontro. Sfortunatamente, vediamo
come i sogni e le preghiere del Santo
Padre siano lontane dall'essere state
realizzate. Su molti fronti sembra come
se il mondo si stia muovendo ancora
più lontano dalla via della pace e stia
abbracciando uno stile di vita che è
marcato dalla violenza, dall'odio e dalla
diffidenza. Piuttosto che rinunciare
alla ricerca della pace e cadere nella
disperazione, siamo invitati per rivolgerci
a Dio nella preghiera. Questo,
io credo, è stato il vero messaggio del
Santo Padre nelle sue frequenti visite
in Umbria ed alla città santa di Assisi.
Come san Francesco fece nel XIII secolo,
papa Giovanni Paolo II ci mostra
come la fragile pianta della pace può
essere piantata anche in una terra intrisa
di diffidenza, odio e sangue.
Ci permetta di associarci a lui in quello
stesso sogno e di pregare insieme
“Signore, fa' di me uno strumento della
tua pace ...”.
Possa il Dio della pace benedirci tutti.
di Michael J.Higgins
Ministro Generale TOR
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