francescanesimo

Laudato sì mi Signore per nostra madre terra

Mauro Gambetti PIXABAY
Pubblicato il 28-11-2017

Francesco […] se gli toccava camminare sulle pietre, si moveva con delicatezza e riguardo, per amore di Colui che è chiamato “Pietra”. Al frate che andava a tagliare la legna per il fuoco raccomandava di non troncare interamente l’albero, ma di lasciarne una parte. Diceva al frate incaricato dell’orto di non coltivare erbaggi commestibili in tutto il terreno, ma di lasciare uno spazio libero di produrre erbe verdeggianti, che alla stagione propizia producessero i fratelli fiori […] affinché nel tempo della fioritura invitino tutti quelli che le guardano a lodare Dio, poiché ogni creatura dice e grida: “Dio mi ha fatta per te, o uomo”.(CAss 88: FF 1623).


Questo raccontino, che suscita tenerezza, di primo acchito potrebbe indurre qualcuno a giudicare fuori dal tempo lo stile del Poverello di Assisi. Invero, noi siamo profondamente convinti della sua attualità.



Il testo contiene tre imperativi: non inquinare, non sprecare, non sfruttare e tre principi: non sei padrone di nulla, la vita sulla terra dipende anche da te, l’economia è utile solo se ordinata allo sviluppo sostenibile e alla bellezza.

Siamo talmente convinti della bontà e dell’efficacia dello stile insegnato da frate Francesco che, come hanno fatto i nostri padri, abbiamo scelto di seguirlo.

In breve. Il complesso monumentale della Basilica di San Francesco e del Sacro Convento come una fisarmonica passa quotidianamente dalla settantina di frati che lo abitano alle due-trecento persone che lo animano o ne usufruiscono, fino ad arrivare a punte di diverse migliaia di persone che lo visitano.



In accordo con il Ministero dell’Ambiente e Arpa Umbria, ci stiamo adoperando lungo due direttive: l’una inerisce il cibo, l’acqua e la materia in genere; l’altra riguarda l’energia.

Nel solco del primo asse, ad esempio ci stiamo prodigando per: oltrepassare l’80% di raccolta differenziata; eliminare l’uso di bottiglie, stoviglie monouso, ecc. in plastica; trasformare i rifiuti organici in compost e ripristinare gli antichi orti; coltivare il “bosco di san Francesco”; regimentare tutte le acque chiare, da conservare nelle vecchie cisterne; offrire un kit per i pellegrini e i visitatori, comprensivo anche di informazioni utili a favorire le buone pratiche; sviluppare un sistema di formazione per i residenti, il personale e i frequentatori abituali o saltuari.



Nel solco del secondo asse, nel rispetto dei vincoli storico-artistici, ad esempio stiamo lavorando per: sostituire tutti i corpi illuminanti con tecnologia Led; installare pannelli fotovoltaici; montare infissi e soglie con taglio termico; montare pompe di circolazione ad inverter per l’impianto termo-idraulico; effettuare la regolazione automatica della temperatura ambiente tramite l’installazione di valvole termostatiche e di sonde per ogni utente finale; collegarci al teleriscaldamento; produrre caldo, freddo ed energia elettrica tramite un impianto di tri-generazione.

Così, con frate Francesco, vogliamo far risuonare ancora le note del Cantico delle Creature: Laudato sì mi Signore per nostra madre terra!

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