francescanesimo

La pietà di Angela da Foligno e Maria ai piedi della croce

Elvio Lunghi Archivio Fotografico Sacro Convento di Assisi - Pa
Pubblicato il 13-04-2017

Le finestre della navata sono chiuse da un puzzle di vetri colorati con immagini di santi

La chiesa superiore di San Francesco è come una scatola di vetro attraversata da fasci di luci multicolori che filtrano dalle vetrate della navata e del transetto. Le finestre della navata sono chiuse da un puzzle di vetri colorati con immagini di santi identificati dalle scritte che vi si leggono e dalle storie che li accompagnano: sono gli apostoli. Solo due finestre si distinguono dalle altre. In una si vedono due personaggi vestiti di sacco: sono san Francesco di Assisi e sant'Antonio di Padova, i nuovi apostoli dell'Ordine dei frati Minori. La seconda finestra è rivolta verso sud rispetto alla porta d'ingresso. Vi si riconoscono sei figure di Angeli e due figure più grandi con due più piccole in grembo: la prima è Maria che stringe Gesù tra le braccia, l'altra è Cristo che innalza san Francesco.


Questa vetrata è legata a un ricordo di Angela da Foligno. La santa visitò Assisi intorno al 1290, quando non erano state ancora dipinte le storie della vita di Francesco nella parte inferiore delle pareti. Da un testimone sappiamo che la donna si era messa a gridare in chiesa, tanto che i frati l'avevano cacciata. Come ebbe occasione di rivederla, le chiese ragione dell’accaduto. Angela raccontò di aver visto Francesco in braccio a Cristo; cioè di aver visto il soggetto della vetrata posta accanto all'ingresso in chiesa. Evidentemente la donna, passando dalla luce forte della piazza esterna alla penombra dell'interno, era stata colpita dal cono di luce colorata che filtrava dalla vetrata, provando una forma di estasi mistica.


Abbiamo notizia di un secondo fatto straordinario che ebbe protagonista Angela nella chiesa superiore di San Francesco. Mentre assisteva alla funzione religiosa che era celebrata all’altare della Madonna, cioè sull'altare maggiore della chiesa superiore, alla elevazione dell’ostia Angela vide il Cristo nelle sembianze di un uomo crocefisso appena deposto di croce, tutto insanguinato, con i muscoli irrigiditi, le giunture delle ossa rotte, ma con la pelle intatta. L’immedesimazione nella passione di Cristo fu così forte che Angela credette veramente di provare nel corpo e nell’anima i dolori della croce. Mentre se ne stava tutta concentrata nella visione del Crocifisso, ecco che intorno a Gesù apparvero la Vergine e una moltitudine di figlioli. Gesù così doloroso li abbracciava tutti e li attirava a baciare le piaghe, così che questi avevano le labbra rosse di sangue.

Il racconto della visione è nulla più di un appassionato commento della drammatica Pietà che si vede dipinta nel claristorio della quarta campata, accanto alla vetrata degli Angeli. È una scena crudamente realistica, nella quale si può riconoscere lo stesso pittore che interverrà nelle storie della vita di san Francesco nella parete sottostante, verosimilmente eseguite da Giotto nell'occasione di un suo soggiorno giovanile ad Assisi. Dove chiunque potrebbe vedere un soggetto dipinto più o meno bene, la stessa immagine condurrà Angela a salire per visibilia ad invisibilia. Vivere la passione di Cristo attraverso il realismo delle immagini. Più le immagini sono realistiche, più reale è l'intensità del miracolo provato.

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