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Dove sempre avevi il cuore

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



Aiutaci, Francesco, a liberarci dalla schiavitù del consenso. Tu hai saputo assegnare a Dio il primato assoluto, e alla luce di Dio hai vissuto i tuoi rapporti di amicizia, anche i più cari, come quelli che ti legarono a Chiara di Favarone, tua “pianticella”. Il vostro fu un rapporto libero, nel quale l'altro non venne mai sopravvalutato o, peggio ancora, reso indispensabile e per questo foste capaci pure di contraddirvi e di correggervi. Come quella volta che ti recasti a San Damiano per parlare a lei e alle sorelle.

Si narra che “quando furono riunite come di consueto per ascoltare la parola del Signore, ma anche per vedere” te, tu alzasti gli occhi al cielo, dove sempre avevi il cuore, e cominciasti a pregare Cristo. Poi ordinasti che ti fosse portata della cenere, ne facesti un cerchio sul pavimento, tutto attorno alla tua persona, ed il resto te lo ponesti sul capo. Le sorelle aspettavano e, al vederti immobile e in silenzio dentro a quel cerchio di cenere, sentivano l'animo invaso da grande stupore: poi, ad un tratto, ti alzasti e, tra la sorpresa generale, in luogo di rivolgere loro delle parole, recitasti il salmo Miserere. Appena finito te ne andasti rapidamente fuori. Per questo tuo comportamento, carico di significato, esse provarono tanta contrizione che scoppiarono in lacrime e a stento si trattennero dal punirsi con le loro stesse mani.

L'accenno è dato quasi di sfuggita, è vero, ma il tuo agiografo non tace il fatto che le sorelle si erano riunite non solo per ascoltare la parola del Signore, ma anche per vederti. Una tale venerazione, però, a tuo giudizio fi niva per costituire un inciampo all'accoglienza della Parola, cosa che non potevi né volevi accettare. Per questo ti premurasti di ricordar loro la tua realtà di peccatore, invitandole a volgere lo sguardo a Dio e ad ascoltare Lui solo. Predicasti così con quel gesto, più efficace di un fiume di parole. Quanto è straordinaria la libertà di voi santi! Sì, perché non cercate il consenso, che a volte per noi diviene una vera schiavitù, ma unicamente la gloria di Dio.
di Felice Accrocca

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