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Cambiare abitudini di vita

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



La conversione, Francesco, ti spinse a cambiare abitudini di vita, tanto da provocare un corto circuito tra te e la tua città: gli Assisani fi nirono per rifiutarti, giudicandoti pazzo, e ti colpirono spesso con fango e pietre. Possiamo immaginare il tam tam tra i vicoli e piazze, la voce che si diffondeva veloce come scintille su un campo di stoppie, le notizie che correvano di bocca in bocca, le reazioni incredule e divertite della gente. Poi, pian piano, le cose cambiarono e la tua fama si diffuse per ogni dove, tanto che quando entravi in una città tutti ti venivano incontro esultando. Ma neppure allora, all'apice della tua fama, tenevi troppo alla tua immagine.

Tommaso da Spalato, che aveva completato la propria formazione intellettuale in una delle università più celebri d'Europa, ti vide un giorno predicare a Bologna: era il 15 agosto 1222 e sulla piazza antistante il palazzo comunale era confluita, egli dice, “quasi tutta la città”. Molte persone dotte rimasero non poco ammirate del tuo discorso. “Tutta la sostanza delle tue parole – narra quel testimone – mirava a spegnere le inimicizie e a gettare le fondamenta di nuovi patti di pace. Portavi, egli dice, un abito sudicio; la persona era spregevole, la faccia senza bellezza. Eppure Dio conferì alle tue parole tale efficacia che molte famiglie signorili, tra le quali il furore irriducibile di inveterate inimicizie era divampato fino allo spargimento di tanto sangue, erano piegate a consigli di pace”.

Sporco, la persona spregevole, un volto senza bellezza. Non curavi certo la tua immagine, caro Francesco, eppure il mondo intero ti veniva dietro, come disse un giorno frate Masseo. Ti sforzavi dipremurarti (questo sì) della tua anima, e Dio faceva il resto, perché gli uomini di Dio – quando sono veramente tali – puntano non sulle apparenze, ma sulla potenza dello Spirito. E quanto bisogno abbiamo oggi di meditare su tutto ciò, quando da troppe parti e con troppa virulenza ci viene insegnato che ciò che conta è apparire, non importa come, e che il non apparire equivale a non esistere!
di Felice Accrocca

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