societa

Poveri, vittime dei predatori del pianeta

ORAZIO LA ROCCA
Pubblicato il 30-11--0001

Laudato si’... Per oltre 800 anni queste due parole hanno dato vita, forma e carattere al Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi. Ora quelle stesse parole sono state elevate alla dignità pontificia grazie a un Papa, non a caso di nome Francesco, che ne ha fatto il titolo della sua enciclica sull’ambiente. Un testo che fin dal titolo Laudato si’. Enciclica sulla cura della casa comune esprime sentimenti francescani al massimo livello, portando in primo luogo l’attenzione sul problema dei poveri e dei bisognosi di qualsiasi area geopolitica.


Ma sollevando anche quesiti, dubbi, allarmi, chiamando all’ordine credenti, non credenti, uomini di buona volontà senza distinzioni politiche e religiose, sui delicati temi della salvaguardia della terra, sempre più minacciata – avverte Bergoglio – da incuria, politiche sbagliate, egoistiche, punitive per i più deboli e i più poveri. Poveri che per il Papa sono le prime “vittime” dei predatori della terra e di un sistema politico-finanziario che si è preoccupato più di salvare le banche che i bisognosi, specialmente quanti fuggono da terre insanguinate da guerre, violenze, malattie.


Un affondo accolto da entusiastici applausi, ma anche da piccati disappunti da qualche esponente dell’alta finanza internazionale e del sistema bancario Usa, i potenziali destinatari delle critiche bergogliane. Enciclica che non è passata inosservata, specialmente là dove la lettura di papa Francesco della fede cristiana diventa servizio e difesa dell’uomo e dell’ambiente, con tratti che richiamano anche aspetti della teologia, della liberazione sudamericana in materia di riscatto degli oppressi, dei poveri e di difesa della terra. Il Papa si rivolge a tutti, come ricorda il vescovo Bruno Forte che parla di “dono e provocazione dell’umanità” nel volume-commento Laudato si’, per comprendere l’Enciclica che l’editrice La Scuola ha distribuito, a tempo di record, nelle librerie.


Un testo, quindi, rivoluzionario nel suo genere. Non solo per i contenuti, ma anche per i “destinatari”, che contrariamente alle precedenti encicliche, non sono solo i cattolici, ma tutti gli uomini di buona volontà di qualsiasi fede e di qualsiasi orientamento politico. E forse grazie anche a queste attenzioni che in Laudato si’ emergono – unitamente ad espressioni di allarme e di condanna per le “politiche” messe in atto dai potenti della terra – decisi richiami che interpellano tutti come l’allarme su mali: inquinamento, cambiamenti climatici, rifiuti, cultura dello scarto, problematiche dell’acqua, perdita di biodiversità, deterioramento della qualità della vita, degradazione sociale, iniquità planetaria, ogm.

Nel testo non manca un fermo altolà al surriscaldamento del pianeta che, ricorda il Papa, provoca la migrazione di animali, di piante e di intere vegetazioni, e quindi l’impoverimento di vaste aree e di quanti vi abitano, che a loro volta sono costretti a emigrare spinti anche da guerre, sfruttamento, fame e malattie. L’ecologia, quindi, ragiona il Pontefice, da “medicina” per l’ambiente naturale diventa cura dell’umanità. Da qui l’espressione “ecologia integrale” proposta come strumento “operativo” per la salvaguardia del creato e per la difesa dell’uomo, specialmente del più debole, del più povero, del più bisognoso secondo il modello di vita tramandatoci da san Francesco e che ora l’Enciclica ripropone su base planetaria per credenti e non credenti del Terzo Millennio. Papa Francesco, l’ambientalista dal volto umano, parlò così. 

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