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Bagnasco: Chiesa e Stato contribuiscano senza ingerenze

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

L'immigrazione «è un problema talmente grave e grande, che solamente una autorità mondiale, nella quale convergono i poteri politici e i poteri economici, può affrontare. Fin quando si pensa che questo grande fenomeno, che è una tragedia umana, è il problema di ogni singolo Stato e quindi viene lasciato, scaricato su ogni singolo Stato, non si affronterà mai in modo dignitoso, umano e giusto». Le unioni civili non possono essere equiparate alla famiglia «perché sono realtà diverse. Bisogna riconoscere la diversità delle realtà e trattare le singole realtà secondo la concreta situazione. Omologare automaticamente mi pare che sia contro la logica».  «La polemica non aiuta ad affrontare nessun problema perché deforma la verità». Sui rapporti tra Stato e Chiesa: «Nessuno può fare delle ingerenze: tutti devono portare il proprio contributo rispettando le responsabilità di ciascuno». I funerali di Casamonica devono essere una «provocazione» che spinge a scegliere la «legalità». Lo afferma il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, in un’intervista a tutto campo a Radio Vaticana.

«La polemica non aiuta certamente ad affrontare nessun problema, nessun discorso, perché deforma la verità, la realtà delle cose – dice il Porporato Arcivescovo di Genova - Bisogna affrontare qualunque discussione, qualunque problematica con serenità di giudizio, con onestà intellettuale. E con la volontà di trovare veramente e serenamente il meglio».

Sul linguaggio dei vescovi in queste ultime settimane dice: «Se ci parliamo dobbiamo farlo con sufficiente chiarezza – la maggiore chiarezza possibile – e con il rispetto dovuto per tutti. Quindi, uno stile della massima comunicazione, trasparenza, chiarezza e – ripeto e aggiungo – rispetto».

Famiglia e unioni civili «sono cose diverse, essendo realtà diverse. La famiglia naturale è fondata sul matrimonio, come anche riconosce la nostra Costituzione. Bisogna riconoscere la diversità delle realtà, e quindi, trattare le singole realtà secondo la concreta situazione. Omologare automaticamente mi pare che sia contro la logica».

Sul gender, «il Santo Padre più volte è ritornato su questo punto con grande preoccupazione e con estrema chiarezza, perché è una categoria, questa, estremamente soggettiva, nel senso che vorrebbe che ognuno, sul piano della propria identità, anche sessuale, fosse quello che ognuno decide di volta in volta, a prescindere da quello che è un dato biologico. Questa teoria, questo schema mentale, il Santo Padre più volte lo ha stigmatizzato come una dittatura del pensiero unico».

Sui migranti Bagnasco riconosce la solitudine dei singoli paesi per quanto riguarda questo ambito: «Fin quando si pensa che questo grande fenomeno, che è una tragedia umana, è il problema di ogni Stato e quindi viene lasciato, scaricato su ogni singolo Stato, non si affronterà mai in modo dignitoso, umano e giusto questo fatto che credo sia assolutamente reversibile e che non finirà in poco tempo». Si è osservato «ancora in questi giorni: questa povera gente, disperata, che fa di tutto, rischia la vita in ogni modo, pur di sperare di andare verso un futuro migliore, è un problema veramente mondiale. A livello locale, sia dei singoli Stati, sia addirittura di un continente come l’Europa, io ritengo che questo sia insufficiente. Proprio perché è qualcosa di estremamente ampio che implica almeno due aspetti: il primo, quello di assicurare un’accoglienza dignitosa, compatibile naturalmente con le situazioni di accoglienza dei paesi ospitanti; il secondo, anche di intervenire sulle cause e sui paesi di partenza in modo che, da un punto di vista della pace, da un punto di vista dell’economia, da un punto di vista del governo, delle libertà fondamentali questa povera gente non sia costretta ad abbandonare le proprie terre per andare altrove in cerca di fortuna».

Quello dell’immigrazione «è un problema talmente grave e grande – aggiunge - che solamente una autorità mondiale, nella quale convergono i poteri politici e i poteri economici, può affrontare».

Sul funerale «show» del boss dei Casamonica, il Cardinale ha le idee chiare: «La vera possibilità è la via della conversione che tocca tutti, assolutamente tutti, e quindi certi fenomeni devono essere stigmatizzati per quello che sono e devono essere una provocazione per tutti, indistintamente, a percorrere la via del Vangelo e dei suoi valori: l’onestà, la dignità, la trasparenza, la legalità».

Bagnasco si dice particolarmente preoccupato per le «situazioni-limite della povertà, dei bisogni materiali, delle nuove schiavitù… Questo fenomeno del lavoro nero di tanti immigrati ma non solo di tanti immigrati. Penso anche ai nostri ragazzi che viaggiano su vie di morte, come la droga, l’alcol, ma anche il gioco d’azzardo. Su questo punto bisognerebbe, credo, fare molto di più». Le «periferie esistenziali» sono «molte e ci preoccupano profondamente. La Chiesa - attraverso le parrocchie, i sacerdoti, i religiosi, le religiose - cerca di essere presente e vicina a queste persone particolarmente indigenti o anche indifese; però bisogna – società civile, comunità cristiana, tutti insieme – agire molto di più. Ancora di più». (Vatican Insider)

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