salute

Infarto, chi divorzia rischia di più rispetto a chi porta la fede al dito

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Chi divorzia rischia maggiormente l’infarto rispetto a un coetaneo che porta ancora la fede al dito, uomo o donna che sia. È il risultato di una ricerca condotta dalla Duke University su 15. 827 persone che ha evidenziate come a soffrire maggiormente il trauma da separazione siano le donne, con una probabilità di infarto maggiore del 24% rispetto a chi condivide ancora lo stesso letto col marito. Percentuale che sale vertiginosamente fino al 77% per coloro che hanno affrontato più di un divorzio.




Più clementi i numeri con gli uomini, con un aumento del rischio di infarto del 10% dopo il primo divorzio, e del 30% dopo più separazioni. Tuttavia, prima di inserire la separazione legale tra le cause di rischio cardiaco, la British Heart Foundation ha chiesto ulteriori accertamenti: “Sappiamo da tempo che i problemi psicologici possono avere ripercussioni sulla salute del cuore - ha commentato il professor Jeremy Pearson -ma i risultati sull’infarto sono ancora parziali. Attendiamo ulteriori riscontri”.




Secondo lo studio apparso sulla rivista Circulation, a incidere negativamente sull’organismo sarebbe lo stress cronico legato al divorzio, che ha un impatto a lungo termine sul corpo. “È un rischio comparabile a quello della pressione alta quando si ha il diabete” ha spiegato la professoressa Linda George, che ha partecipato alle ricerche.

Inoltre, se per gli uomini tale rischio ritorna a livelli normali in caso di seconde nozze, per le donne la situazione migliora solo marginalmente. ”In ottica femminile, il primo matrimonio è quello più “protettivo”, le unioni successive vengono sempre avvertite come più rischiose”.




Ma qual è il nesso tra divorzio e innalzamento del rischio di infarto? I ricercatori escludono che i responsabili siano i cambiamenti nello stile di vita legati, ad esempio, al reddito. “Piuttosto lo stress psicologico è uno stress costante sul sistema immunitario – concludono i ricercatori – che determina livelli di infiammazione e crescita dello stress degli ormoni più elevati”. (Silvia De Santis - Huffington Post)

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