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SULLE VETTE VICINO AL CIELO

Antonio Tarallo Freepik
Pubblicato il 14-08-2018

Piccola guida turistica-spirituale alla scoperta dei luoghi di Fede, sulle vette italiane

Nella precedente puntata, faceva caldo a mare, anche se aiutati dalla brezza marina. Un po’ di ristoro lo ha concesso il vento. E, noi, siamo un po’ abbronzati, facendo spola tra una chiesa e l’altra. Abbiamo percorso, tra l’altro, diversi chilometri, andando su e giù per l’Italia, alla scoperta di luoghi “marini”, densi di religiosità, di sacralità e affascinanti per la loro tradizione popolare. Diciamolo pure, è l’Italia, questa. Da sempre. Se precedentemente ci siamo incamminati dal meridione verso il settentrione, questa volta – lo richiede proprio il “tema montanaro” – procederemo al contrario: dalle vette del Nord a quelle del Meridione. Anche in questo caso, sicuramente, questo articolo risulterà  “incompleto”, perché i luoghi dove la Bellezza del Sacro si fonde con la roccia, con le montagne, sono innumerevoli e poterli nominare tutti, richiederebbe un libro di pagine e pagine, tante quanti i giorni che distanziano l’oggi dalla prossima estate.

Zaino in spalla. Scarpe adatte, e un cappello per coprirci dal sole. Partiamo dal Veneto, e andiamo subito a visitare il “Santuario della Corona”.  Luogo di silenzio e di meditazione, sospeso tra cielo e terra, celato nel cuore delle rocce del Baldo. Documenti medievali attestano che già intorno all’anno Mille nell’area del Baldo vivevano degli eremiti legati all’Abbazia di San Zeno in Verona.  Anno 1806. A questo periodo sembra risalire il gruppo in pietra della Pietà poi venerata come Madonna della Corona. Alta 70 centimetri, larga 56 e profonda 25, la statua è in pietra locale dipinta. Nel 1625, iniziò la costruzione di una nuova e più ampia chiesa, posta quattro metri sopra la precedente, che rimase inglobata sotto il nuovo presbiterio. I lavori si protrassero per alcuni decenni, giungendo al tetto nel 1664 e concludendosi definitivamente nel 1685. Lungo la parete destra del Santuario è esposto un vero patrimonio storico-artistico rappresentato dagli ex voto:  167 tavolette di diverse dimensioni di cui la più antica risale al 1547 e rappresenta il salvataggio miracoloso di una donna che sta per annegare nell’Adige a Verona. Una chiesa, un santuario immerso nella Natura più incontaminata. Lo splendore di questa, ha un sapore fascinoso.  Il campanile che si erge tra il verde delle montagne, rende questo luogo davvero unico.

Dal Veneto ci spostiamo in Lombardia. Non ci vuole tantissimo. Ed ecco che proprio vicino la metropoli milanese, ci troviamo di fronte a una piccola, piccolissima chiesa quasi sperduta, tra le montagne di Como. Paradiso terrestre, potremmo definirlo. Nel silenzio, nel raccoglimento, troviamo un tempietto romanico, “San Fedelino”, molto noto non solo ai cultori di storia dell'arte romanica, ma anche ai geologi perché dà il nome al “granito S. Fedelino”, una particolare vena di roccia magmatica costituita da quarzo, ortoclasio, muscovite, biotite. Il tempietto sorse nel 964, sulle rovine di uno preesistente eretto probabilmente già nel V secolo. L'edificio ha pianta quadrata con abside rivolta a est; la facciata è addossata alla roccia del monte Berlinghera.

Altro piccolo gioiello rimane, senza dubbio, il cosiddetto “Tempietto del Valadier”, nel territorio di Genga, nelle Marche. Incastonato dentro una caverna, il tempietto è davvero di piccole dimensioni. Dalle fessure del monte si scorge la natura incontrastata di questo luogo ascetico, che fa parte della zona delle famose Grotte di Frasassi. Struttura ottagonale in blocchi bianchi di travertino, fatta ergere nel 1828 da Papa Leone XII, nativo proprio di Genga, su progetto del famoso Valadier.  Il tempietto, venne realizzato in travertino, ricavato da una cava che si trova nella stessa gola delle grotte di Frasassi. All’interno della chiesetta vi era un tempo situata una statua in marmo,  della Madonna col Bambino, opera della bottega di Antonio Canova. Oggi la statua è esposta al Museo di Arte Sacra di Genga ed al suo posto è stata inserita una copia.

Non potevamo chiudere queste due puntate, con uno dei luoghi francescani più importanti: Greccio. Siamo nel Lazio, nella Valle Reatina. Posto ad un’altitudine di circa 700 metri, si trova a 15 km circa dalla cittadina di Rieti. Incassato e circondato da rocce e lecci che formano una sorta di cornice naturale. Vicino, si trova il caratteristico borgo medievale di Greccio che si affaccia verso la conca reatina, rendendo il luogo davvero suggestivo e dal panorama ampio e solenne. La nascita del Santuario di Greccio è legata ad una leggenda. Si narra che San Francesco chiese ad un bambino di lanciare un tizzone ardente verso la montagna. Il tizzone incredibilmente, dal paese, raggiunse le alte rocce dove ora si trova il santuario. Al tempo la zona era di proprietà del feudatario chiamato il Velita. Questi, nel 1223, invitò San Francesco a dare vita ad una splendida rievocazione, con personaggi in carne e ossa, della nascita di Gesù durante la notte di Natale. Un’altra leggenda legata a questa rappresentazione, narra che il bambinello, unico personaggio non vivente, prese vita un attimo per poi tornare come era prima. Così, Greccio divenne il luogo dove nacque il primo presepe al mondo.


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