religione

Sinodo dei vescovi: la Chiesa si occupi di convivenze e unioni di fatto

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

“L’annuncio del Vangelo della famiglia è parte integrante della missione della Chiesa”, e “la diffusa crisi culturale, sociale e spirituale costituisce una sfida per l’evangelizzazione della famiglia, nucleo vitale della società e della comunità ecclesiale”. È quanto si legge nella premessa dell’Instrumentum laboris del Sinodo sulla famiglia, diffuso oggi in vista dell’Assemblea generale straordinaria, prima tappa del primo Sinodo convocato da Papa Francesco, che si svolgerà ad ottobre. “Offrire sostegno e accompagnamento” e proporre “stili di vita” all’insegna della “misericordia”, come esorta a fare il Papa fin dall’inizio del pontificato: questo l’obiettivo principale del documento, che raccoglie le testimonianze e i suggerimenti inviati dalle Chiese particolari, in risposta al questionario del Documento Preparatorio, reso pubblico nel novembre scorso. Il testo dell’Instrumentum laboris è strutturato in tre parti e riprende le otto tematiche proposte nel questionario: la prima parte è dedicata al Vangelo della famiglia, la seconda tratta “le varie proposte di pastorale familiare, le relative sfide e le situazioni difficili” e la terza “è dedicata all’apertura alla vita e alla responsabilità educativa dei genitori, che caratterizza il matrimonio tra l’uomo e la donna, con particolare riferimento alle situazioni pastorali attuali”.

Oggi c’è “molta resistenza agli insegnamenti della Chiesa circa la morale familiare”, dovuta alla “mancanza di un’autentica esperienza cristiana, di un incontro personale e comunitario con Cristo, che non può essere sostituito da alcuna presentazione, sia pur corretta, di una dottrina”. È l’analisi contenuta nell’Instrumentum laboris del Sinodo sulla famiglia, in cui si lamenta “l’insufficienza di una pastorale preoccupata solo di amministrare i sacramenti, senza che ciò corrisponda a una vera esperienza cristiana coinvolgente”. Di qui il “crescente contrasto tra i valori proposti dalla Chiesa su matrimonio e famiglia e la situazione sociale e culturale”. In particolare, è il concetto di “legge naturale” ad essere diventato “assai problematico, se non addirittura incomprensibile”. Sotto accusa è la “gender theory”, secondo la quale “il gender di ciascun individuo risulta essere solo il prodotto di condizionamenti e di bisogni sociali”. In questo modo, “ciò che è ‘naturale’ tende ad essere definito tale soltanto dall’individuo e dalla società, divenuti gli unici giudici per le scelte etiche. La relativizzazione del concetto di ‘natura’ si riflette anche sul concetto di ‘durata’: oggi, un amore è considerato ‘per sempre’ solo in relazione a quanto possa effettivamente durare”.

“Una delle grandi sfide della famiglia contemporanea consiste nel tentativo della sua privatizzazione”. È la denuncia contenuta nell’Instrumentum laboris, in cui si parla del contrasto tra la “legge morale naturale, universalmente accettata di fatto dai fedeli”, che “nutrono il desiderio di mantenere l’unione tra uomo e donna”, e la “pratica massiccia del divorzio, della convivenza, della contraccezione, delle procedure artificiali di procreazione, delle unioni omosessuali”. In quasi tutte le risposte del Questionario, si registra inoltre “il numero crescente di casi di famiglie ‘allargate’, soprattutto per la presenza di figli avuti da diversi partner”. Anche le famiglie monoparentali “sono in netta crescita”, e molto numerosi sono ormai “i casi in cui i figli, oltre che con genitori separati o divorziati, risposati o meno, si trovano pure con i nonni nella medesima situazione”. In Asia, ad esempio, si registrano unioni “multipersonali”, “tra individui di orientamenti e di identità sessuali diversi, basate solo sui propri bisogni e sulle singole e soggettive necessità”. Insomma, la famiglia “si trova in un momento molto difficile”, e la missione della Chiesa è di “accompagnare” tali famiglie “come sono nella realtà”, con le loro “storie e sofferenze complesse, che necessitano di uno sguardo compassionevole e comprensivo”.

“È necessario che la Chiesa si prenda cura di famiglie che vivono in situazioni di crisi e di stress che la famiglia sia accompagnata durante tutto il ciclo della vita”. È quanto si legge nell’Instrumentum laboris del Sinodo sulla famiglia, in cui viene lanciato un appello a sostenere la domanda del “desiderio di famiglia”, in primo luogo da parte della parrocchia, “famiglia di famiglie”, chiamata ad essere “il centro di una pastorale rinnovata fatta di accoglienza e di accompagnamento, vissuto nella misericordia e nella tenerezza”. In particolare, la parrocchia deve “accompagnare situazioni in cui i legami familiari sono minacciati dalla violenza domestica, con interventi di sostegno atti a risanare la ferite subite, sradicare le cause che le hanno determinate”. “Dove dominano abuso, violenza e abbandono non può esserci né crescita né percezione alcuna del proprio valore”, l’ammonimento del documento, in cui si fa notare che “l’accompagnamento della coppia non si deve limitare alla preparazione al matrimonio”. Serve “una formazione più costante e articolata, biblica, teologica, spirituale, ma anche umana ed esistenziale”, che abbia anche “una dimensione intergenerazionale” in grado di coinvolgere “attivamente i genitori nel percorso d’iniziazione cristiana dei propri figli”.

La “violenza psicologica, fisica e sessuale”, gli abusi “commessi in famiglia i danni in particolare delle donne e dei bambini, un fenomeno purtroppo non occasionale, né sporadico”: “Il terribile fenomeno del femminicidio, spesso legato a profondi disturbi relazionali e affettivi, e conseguenza di una falsa cultura del possesso”, “un dato davvero inquietante, che interroga tutta la società e la pastorale familiare della Chiesa”. Sono alcune delle “situazioni critiche interne alla famiglia”, passate in rassegna nell’Instrumentum laboris. La “difficoltà della relazione e comunicazione in famiglia”, con “tensioni e conflitti tra i coniugi”, la “debolezza della figura del padre”: queste le difficoltà più ordinarie delle coppie, all’interno di una “frammentazione e disgregazione di tante realtà familiari”, causa di divorzio e di separazione, di famiglie “allargate” o monoparentali, di unioni di fatto e unioni omosessuali. C’è poi la “massiccia diffusione” dell’aborto, segno di “una cultura di morte rispetto alla vita nascente”, di “una cultura dell’indifferenza di fronte alla vita nascente”, promulgata anche da “legislazioni che favoriscono l’individualismo”. Altra piaga, quella del turismo sessuale e della prostituzione, all’interno del “dramma del commercio e dello sfruttamento di bambini”.

I media hanno un “impatto negativo” sulla famiglia, “dovuto in particolare all’immagine di famiglia veicolata e all’offerta di anti-modelli, che trasmettono valori errati e fuorvianti”. È la denuncia contenuta nell’Instrumentum laboris, che tra le diverse “situazioni critiche interne alla famiglia” segnala “le dipendenze da alcool e droghe, ma anche dalla pornografia, talvolta usata e condivisa in famiglia, così come dal gioco d’azzardo e dai videogiochi, internet e social network”. “Televisione, smartphone e computer - si fa notare nel testo - possono essere un reale impedimento al dialogo tra i membri della famiglia, alimentando relazioni frammentate e alienazione”, visto che “anche in famiglia si tende sempre più a cominciare attraverso la tecnologia”, con il rischio di vivere “rapporti virtuali” sostitutivi di quelli reali. Senza contare l’“overload” informativo, dove la quantità dell’informazione tende a sopravanzare sulla qualità...(Avvenire)

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